Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/285

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era l’esaltazione degli animi, e troppo rapidamente correvano le cose verso il destino fatale. Non si ebbe il tempo di eleggere i deputati; e solo i giornali pubblicarono liste di candidati, fra i quali preferiti erano gli esuli e i prigionieri di più accentuata fede unitaria. Per il distretto di Trani ricordo che furon candidati Saverio Baldacchini, Felice Nisio, Sabino Scocchera, Lorenzo Festa Campanile, Ottavio Tupputi, l’abate Vito Fornari, Giuseppe Antonacci, Giuseppe Beltrani, Simone de Bello. Compilate che furono le liste, Liborio Romano, il giorno 11 agosto, inviò agl’intendenti la seguente circolare:

Signore! — Il giorno delle elezioni de’ Deputati al Parlamento si avvicina, ed è d’uopo che il governo le dia istruzioni capaci di dirigere la sua condotta in circostanza così imponente pel nostro avvenire. Prima di tutto che il Paese sia libero intieramente da ogni influenza estranea alle proprie convinzioni degli elettori. Il Governo non intende di proporre candidati, ma intende ed lia il dovere di evitare ogni pressione da qualunque parte essa venga sulla volontà dei votanti. Ella quindi vigilerà affinchè nessuno intrigo si formi, nessuna consorteria abbia luogo a fine d’imporre un uomo anzichè un altro. Quello che il Governo desidera, quel che il Paese attende è che dall’urna elettorale escano nomi di persone specchiate per la loro onestà, incapaci di viltà politiche, e soprattutto attaccate a’ principii della Indipendenza Italiana o della Monarchia Costituzionale che ci regge. A tal fine Ella adopererà i suoi consigli, badando alla stretta esecuzione della legge elettorale, e mantenendo intatto l’ordine pubblico, senza di cui nessuna libertà può esistere. Il Governo sa che varie liste di nomi corrono attorno per essere raccomandate agli elettori: senza voler entrare menomamente a discutere il merito delle persone proposte, sente nondimeno il debito di dichiarare, che esso è stato totalmente estraneo alla formazione di quelle liste. Mercè la solerzia che ella userà, mercè soprattutto il buon senso del Paese, il Governo ha quasi la certezza che il giorno delle prossime elezioni sarà benedetto come quello che avrà dato al Regno una Camera onesta, prudente, indipendente e monarchicamente costituzionale.


Per il 19 agosto, vennero convocati i collegi, ma ne fu prorogata la convocazione al 26; il 20 agosto, si ebbe un’altra proroga sino al 30 settembre, perchè i disordini, verificatisi in Sicilia e in Calabria, non erano favorevoli ad una libera elezione, come diceva il decreto.


Nelle provincie regnava tutt’altro che ordine e tranquillità. Sospetti e denuncie di promuovere la reazione si succedevano senza tregua; se gl’intendenti erano stati mutati, rimanevano in