Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/288

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zioni ingiuste e tiranniche, si sforza ora di farli bersaglio all’ira popolare.

Ed è stato per questo motivo che questi onesti cittadini hanno levato la loro voce al Governo, dirigendo valevolissima rimostranza a S. E. il Ministro della Polizia Generale, ad oggetto di ottenere l’allontanamento del prelato medesimo, monsignor Falconi, come unico, ed esclusivo mezzo di ridonare la pace a questa sventurata popolazione.

“Ed io unendo i miei piati (sic) ai loro, prego caldamente l’autorità di lei d’interporre i valevolissimi suoi uffici presso il lodato Eccellentissimo Ministro, perchè si ottenga il desiderato allontanamento del riferito prelato da questa diocesi, nel fine di prevenirsi positivi disordini, che potrebbero da un giorno all’altro verificarsi; tanto maggiormente che lo stesso ha in pronto vistosi mezzi peculiari (sic) valevoli a concitarne la plebe„.

Io quindi, nello adempiere a sommettere all’E. V. tutto ciò, non saprei che uniformarmi allo avviso del funzionario suddetto, intorno alla necessità di doversi impreteribilmente allontanare da quella Diocesi e Giudicato il Prelato Palatino, e Giudice Regio don Ferdinando Massari, mentre per gli altri denotati al margine, la pregherei a volermi dettare le misure di sorveglianza, reclamate dalle circostanze.

Il sindaco di Bari funzionante da intendente
firmato: Giuseppe Capriati.



Come potè avvenire che il sindaco di Bari divenisse, ad un tratto, intendente? E come, da intendente e sindaco, concorresse a dar forza alla rivoluzione? Bisogna sapere che l’intendente funzionante Coppola era stato richiamato, e nominato in sua vece intendente di Bari Mariano Englen; ma questi, non potendosi recar presto nella nuova sede, il ministero fu obbligato a trovare, su due piedi, un capo interino della provincia, e nominò a tale l’ufficio il Capriati, che era sindaco durante la dimora della Corte a Bari, ed era stato insignito della croce di Francesco I, in occasione del matrimonio del duca di Calabria. Era giovane, d’idee temperate, di famiglia benestante e di naturale talento, simpatico a tutti. Cumulò per un mese i due uffici e diè prova di fermezza. E poichè nel circondario di Barletta, che era il più agitato, anzi tutto in fermento rivoluzionario, occorreva un sottointendente risoluto e di vecchia fede liberale, e il nuovo sottointendente Pacces, destinatovi da Rossano, non si decideva a recarsi in residenza, il Capriati propose a tale ufficio, e il ministero approvò, Giuseppe Beltrani, da tre giorni rinominato sindaco di Trani, dopo di essere stato da quella carica destituito nel 1848, per non aver voluto firmare l’indirizzo per l’abolizione dello Statuto; e quindi attendibile e sorvegliato negli ultimi dieci anni. Era uomo di molta sagacia amministrativa, di carattere risoluto, di ricca e signorile fa-