Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/289

Da Wikisource.

— 281 —

miglia e legato da vecchia amicizia al Capriati. Il 9 agosto, questi gli telegrafò: “si compiaccia immediatamente e senza il menomo indugio recarsi a Barletta, e intimare a quel sottointendente che il ministero gli accorda un mese di congedo. Nello stesso tempo ella assumerà le funzioni di sottointendente del distretto, confidando nel suo patriottismo, probità ed influenza, che l’ordine e la pubblica tranquillità vengano confermati e garantiti dagli attacchi di ogni estremo e nemico partito. Il presente telegramma le varrà di credenziale presso tutte le autorità del distretto„. Il Beltrani, eseguendo l’ordine ricevuto, il dì appresso, 10 agosto, si recò a Barletta; e, fatte le debite comunicazioni al sottointendente De Bellis, il giorno 11 assunse le nuove funzioni, seguitando a essere sindaco di Trani, anzi cumulando i due uffici fino al 20 settembre, nel qual giorno il governatore della provincia autorizzò il sindaco di Barletta, ad assumere lui le funzioni di sottointendente, che tenne fino al 29 di quel mese, quando giunse il titolare Pacces.

Il direttore Giacchi informava de’ reclami degl’intendenti contro i vescovi il ministro, con una relazione interessantissima e inedita. Essa porta la data del 18 agosto e la riferisco integralmente nel suo stile solenne:


Eccellenza,

Il principio di autorità e di obbedienza alle leggi umane, sublimato a dovere verso Dio, e la franca esplicazione delle naturali doti e facoltà all’uomo largite dallo stesso Dio fecero di tutt’i tempi la divina religione di Cristo, fondamento di ordine e di libertà. Il perchè quelli che ai di nostri, o che sono a nostra memoria, i quali nell’ordine civile vollero fondare alcunchè di stabile e duraturo, sempre dalla religione ne presero il principio; e con i loro ordinamenti vollero alle sue cose procacciar lustro e protezione, e le persone dei suoi ministri circondare di rispetto e venerazione, come buoni figliuoli a padri amorevoli e virtuosi. E drittamente operarono; e per non uscire dalla storia dei giorni in cui viviamo, mai in nessun tempo l’episcopato fu fatto segno a tanta considerazione in Italia come ora, nè mai se ne addimostrò più. meritevole; perciocchè se non mancarono di quelli che qua e là male operando e contro lo spirito del Vangelo, recaronsi in atto di attraversare ed impedire la santa impresa della italiana nazionalità ed indipendenza, il maggior numero bene ha potuto dire col maestro: “Ego sum postar bonus et cognosco oves ineas et cognoscunt me meae„. Costoro, conoscenti delle lor pecorelle e conosciuti da esse, seppero e sanno guidarle nella via della salute, non plaudendo al dispotismo, negazione d’ogni dritto, e del Vangelo che è il dritto per eccellenza; ma predicando la legge di carità, che fratelli ci vuole e liberamente cospiranti al sublime scopo, cui verge l’umanità tutta quanta, il