Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/305

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dava l’intendente di Avellino, dichiarando di non potere rispondere dell’ordine pubblico senza mezzi per provvedervi, e quando “le guardie nazionali sono mal organizzate ed armate, e spesso fan parte di quegli stessi che commettono abusi„. L’intendente di Foggia implorava, con vive parole che si aumentasse la guardia cittadina nei comuni, dov’era maggiore il bisogno, soprattutto dopo i primi tentativi di reazione a Bovino, a Sansevero e a Montefalcone; e facendo un quadro desolante della provincia, in balia dei partiti estremi, il rivoluzionario e il reazionario, dichiarava apertamente, che, ove la forza pubblica si allontanasse, egli se ne lavava le mani. Non altrimenti scrivevano quasi tutti gli altri intendenti. Il sindaco e il comandante della guardia nazionale di Lucera telegrafavano al ministro dell’interno che in quel carcere erano 600 detenuti, fra i quali 160 reazionarii di Bovino; e che, partita la gendarmeria e mancando la guardia nazionale di armi e di attitudini, il carcere rimaneva senza custodia. Dal comandante della guardia nazionale quei 160 reazionari di Bovino erano chiamati addirittura vandali.

Riferisco integralmente due rapporti, l’uno del 25 agosto, e l’altro del 27, tutt’e due di Giacomo Venditti, sottointendente d’Isernia, a meglio mostrare lo stato delle provincie e la condizione di quelle autorità.

Questo del 26 agosto fu diretto, riservatamente, a Giacchi:


Signor Direttore,

Quantunque da qualche giorno mi trovo a capo di questo distretto, pure mi fo il dovere dirle che in generale lo spirito reazionario non è del tutto sopito, ed oltre i fatti deplorevoli di Carpinone, di tratto in tratto si manifestano nelle plebaglie rozzi sentimenti di avversione all’ordine costituzionale, non mai scevri da quelli, forse principali, di rapina e saccheggio. Che anzi io credo che si faccia entrare nella mente delle plebi l’idea di potersi arricchire impunemente a nome, e sotto l’usbergo del Realismo, Ma tra tutti i paesi del distretto, Isernia presenta il gravissimo sconcio di una ladronaia, sostenuta da ladruncoli, che, travisandosi, svaligiano i viandanti, e tornano alle proprie case a godersi la fatta rapina. Un siffatto guaio fu sostenuto dalla passata polizia, e da qualche galantuomo protettore, e che ne ha fatto sin’ora buon prò. Cosi nella sera del dì 21 corrente una carrozza fu fermata su la strada postale, e due signori cognominati Bonois e Valentini, che venivano d’Abruzzo, furono rubati di ducati 400, ed altri oggetti, e percosso il cocchiere, cui furono tolti carlini quattro.

Le più energiche misure sono già prese per porre un argine a tanto ma-