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Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/332

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dove, così egli confessa, i francesi lo tenevano prigioniero. In una narra quel che avvenne a Catania, dopo il 31 maggio ed è bene riferirla:


Dopo la vittoria di Catania (31 maggio 1860) venne la colonna comandata dal signor maresciallo di campo Afan de Rivera, la quale si divise in due porzioni, una s’imbarcò con lui, e andiede a rafforzar la guarnigione di Messina, l’altra rimase con me, in aumento alle mie truppe. La mattina del 1“giugno 1860 comparve un vapore che portava il brigadiere Rodrigo Afan de Rivera e il colonnello Sponsilli, i quali mi ordinarono di ritirarmi. Risposi che non potevo, risposi chiaramente ed impertinentemente “che simile disposizione non poteva venire che da nemici del Re N. S., che alla fine de’ conti Sua Maestà mi avea scritto pochi giorni prima, che mi fossi sostenuto fino all’ultimo„ e ora, dopo un esito tanto felice, io non credea di dover ubbidire, tanto più che se fossi stato sconfitto per la strada (giacchè io mi disponevo a marciar sopra Palermo) avrei ripiegato o a Siracusa o a Trapani. Infine non volea partire, ecco l’assunto. Soggiunsero tutti due (Rodrigo Afan de Rivera e Sponsilli) — Generale, mettete il vostro rifiuto per iscritto — Subito. — In presenza loro, nella stanza del telegrafo elettrico, gli scarabocchiai un solenne rifiuto. Partirono il giorno stesso per Siracusa ed Augusta. Cosa fossero andati a fare non lo so; ma so che s’inquietarono pure con il maresciallo Rodriguez (che fu. sbalzato al ritiro pochi giorni dopo). Ritornarono a Catania, si presero le armi, le bandiere ch’io avea prese sul nemico, e mi dissero che un dispaccio loro giunto “mi metteva in istato d’insubordinazione, e ch’io doveva ritirarmi sopra Messina subito„. Chiamai tutti gli uffiziali Capi de’ Corpi (tra quali vi era Sciaquariello figlio unico di Afan de Rivera che comandava la batteria di obici a trascino) e loro dissi il volere dei Re, che que’ signori erano portatori. Tutti, eccetto De Biasio capitano d’artiglieria, Gabriel tenente d’artiglieria, due capitani de’ lancieri e cacciatori a cavallo, tutti gli altri cominciarono a gridare che essendo questa la intenzione del Re, essi non volevano parer ribelli. Allora dichiarai alto a Rodrigo Rivera e Sponsilli ch’io intendeva che mi mettessero in iscritto gli ordini sovrani. Ciò fecero, e conservo questo documento; ma sapete che le carte non sono presso di me. Presso a poco eccolo:

“Signor Generale,

“È volere di Sua Maestà il Re N. S. ch’Ella con tutte le truppe di suo comando, ripieghi sopra Messina, ove riceverà ulteriori ordini.

Il Brigadiere all'immediazione di S. M. il Re
firmato: Rodrigo Afan de Rivera„.


Nello stesso tempo essendo il telegrafo impedito, mandai dove si poteva fare un segnale, e scrissi a Severino, che mi rispose: Eseguite.


Sciacquariello, ricordato in questa lettera, era un giovanetto diciottenne, tenente di artiglieria che comandava una batteria di obici a trascino, e aveva avuto dai compagni quel nomignolo