Pagina:La grotta del monte Ginguno detta di Frasassi - Canto - Vincenzo Rotondo da Fabriano, Fabriano, Crocetti, 1873.pdf/10

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Era l’Astro sovran della natura,
Dator di luce e vita,
Che dall’altro emisfero
Sollevava la fronte igneocrinita.
          Si scorse allor la bipartita cima
Del roccioso Ginguno,
E udissi il sordo fremito
Del rapido Sentin, che il piè ne lambe,
E per l’aperto fianco oltre trascorre.
Sorretti ad uno ad un da strenua guida
Varcammo il guado, e per l’erta montana
Salimmo alla caverna,
Che di Frasassi il nostro volgo appella.
Un manipol d’arditi Bersaglieri,
Che sull’ali del vento
Sembran volar leggieri,
Eraci scorta su quell’erto calle:
Là giunti, a ristorar la stanca lena
Sostammo alquanto: quindi ognun si volse
Dell’ermo loco a contemplar la scena.
          Oh natura, natura!
Meravigliose ognor son l’opre tue:
Con mano onnipossente
Scuoti talor la terra, e gli elementi
Scompagini e confondi, e poi ne traggi
Nuova e più bella forma,
Che nell’orrido ancor sublime e sempre.
E qui di tua possanza
Più vasta orma segnavi, allor che il monte
Dall’ime fondamenta in due partito,
Giù del Sentino all’onda,
In vasto Lago accolta,
Un varco aprivi vér l’adriaca sponda. 1




  1. Il distinto geologo Cav. Prof. Francesco Ing. De Bosis di Ancona, che prese parte alla gita, inseriva nella Rivista Marchigiana del 1 Agosto 1872 un dotto articolo intitolato la Caverna ossifera di Frasassi, in cui pronuncia una opinione molto scientificamente probabile sulle cause della fenditura del monte Ginguno.