Pagina:La guerra del vespro siciliano.djvu/42

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26 la guerra [1265]

e là per lo reame altre città e terre1: ma infine moderandosi da Roma il prezzo, Carlo comprò; e fu fermato il negozio con lo stesso Urbano IV; e per la sua morte, decretato solennemente da Clemente IV, francese, appena ei salì al pontificato. Urbano e Clemente seguivano entrambi l’antico studio della romana corte a mutare per lo meno in signoria feudale quell’uso di consiglio e di protezione negli affari temporali, ch’era divenuto quasi comando in vari reami cristiani; la qual signoria tentò prima in Inghilterra, poscia in Aragona, e più assiduamente su le italiane province a mezzogiorno del Garigliano. Clemente promulgò a venticinque febbraio milledugentosessantacinque la bolla, per la quale «il reame di Sicilia, e la terra che si stende tra lo stretto di Messina e i confini degli stati della Chiesa, eccetto Benevento,» furono conceduti a Carlo, in feudo dalla Chiesa, per censo di ottomila once di oro all’anno, e servigio militare al bisogno. Cento patti sottilissimi dettò il papa a vietare l’ingrandimento del re: che nè allo impero aspirasse, nè ad altra signoria in Italia, a sicurtà della

    di Morreale, legato del papa, ordinato l’impresa, e scelto il capitano, pag. 620.
        .. Maggio 1257.— Arrigo al papa. A questo effetto ha fermato pace col re di Francia.
        3 giugno 1257.— Alessandro IV al suo nunzio in Inghilterra. Riscuota il danaro tolto in presto sulle decime, non ostante il divieto del re, che già si noiava della spesa.
        E moltissime altre, che sarebbe lungo e non utile a noverare.
        Leggonsi anche questi ed altri documenti negli Ann. eccl. di Raynald, tom. II et III. Nè li ho citato, parendomi inutile replicare le autorità per fatti sì certi.

  1. Le trattative leggonsi in una bolla d’Urbano IV, data d’Orvieto il 26 giugno 1263, che contiene a un di presso le condizioni della bolla di concessione di Clemente IV; se non che il papa domandava o quelle ricche province col censo di due mila once d’oro, o, per tutto il regno, il censo di dieci mila; riserbandosi sempre Benevento. Si contentò poi di dare tutto il regno per once otto mila all’anno. Questa bolla sarà in breve pubblicata dall’erudito sig. Alessandro Teulet, che l’ha cavato dagli Archivi del reame di Francia, e me l’ha gentilmente comunicato.