Pagina:La guerra nelle montagne.djvu/5

Da Wikisource.

I.

Le strade di un esercito


Quando raggiungemmo la grande pianura veneta, presso il Quartier Generale dell’Esercito, i fronti italiani ci furono spiegati con una chiarezza che rendeva inutili le carte topografiche.

«Abbiamo tre fronti»; — disse la mia guida — «sul primo, quello dell’Isonzo, che è la strada che conduce a Trieste, le nostre truppe possono procedere, sebbene tra grandi difficoltà. Sul secondo, quello del Trentino, al nord, dove il nemico è più vicino alle nostre pianure, le nostre truppe debbono arrampicarsi. In ogni altra parte esse debbono pure inerpicarsi e fare dell’alpinismo; lo vedrete».

Egli additò, a sud-est e ad est, attraverso la nebbia caliginosa, alcune giogaie dall’aspetto sinistro, donde si udiva il rimbombo lontanissimo dei cannoni, che discutevano gravemente. «Dove andiamo ora è il Carso», mi disse. Si volse po-