Pagina:La lettera di G. Boccaccio al Priore di S. Apostolo.pdf/17

Da Wikisource.
16

occhi lagrimanti per lo fummo, con roca voce e colla verga dà il segno della battaglia.» Parmi che debba essere la vera lezione, con gli occhi lagrimanti per lo fummo.

Pag.10 «Ma nel cospetto mio sozza ed incomposita turba ruinava, senza comandamento aspettare, dove la fortuna gli concedeva.» Deve dirsi le concedeva.

Ivi. «Ed a mio dispetto spessissime volte verso costoro io voltava gli occhi, i quali quasi tutti io vedeva co’ nari del naso umidi, con le gote livide, con gli occhi piangenti in gravissima tossa esser commossi, dinanzi a se e a me marcidi e rappresi umori sputare.» I nari sono tal cosa in lingua italiana, che niun vocabolario ha voluto loro dar corso. Nè può infatti ammettersi, colla sola autorità del copista della lettera al priore di s. Apostolo, la mostruosa licenza di far mascolino quello che tutti i secoli hanno costantemente fatto femminino, anche per la gran ragione dell’origine latina della parola. A me pare fuori di dubbio, che il Boccaccio, o chi altro è l’elegante autore di questo scritto, non debba aver potuto commettere un ircocervo di simil fatta: e perciò senza scrupolo emendo, colle nari del naso umide, e do a tutto il passo questa lezione: Ed a mio dispetto spessissime volte verso costoro io voltava gli occhi: i quali quasi tutti io vedeva colle nari del naso umide, con le gote livide, cogli occhi piangenti, in gravissima tossa esser commossi, e dinanzi a se e a me marcidi e rappresi umori sputare.

Ivi. «Mezzo vestiti, quasi tutti di sottilissimi e manicati pannicelli, presso al ginocchio nudi, e