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anzi dire la reina Didone, avendo forse in mente l’autore que’ versi del primo dell’Eneide:


Ivi. « Ma avrei io voluto quello che spessissimamente addomandai, cioè una casellina rimossa, dal romore de’ ruffiani garritori » Forse, e de’ garritori.

Pag. 15. « Confesso essere delle femmine le dilicatezze, e così essere degli animali bruti bruttamente vivere » Dicasi brutalmente.

Ivi. » Queste cose a me spesso promesse, perciocché solamente una volta non mi erano date, ed io quegli allettamenti sofferire non potessi, sono stato costretto di tornare ec.» Invece di non potessi scriverei forse non poteva.

Pag. 16. «Sai che, mentre quasi separato con l’ottimo giovane un pochetto mi ristorassi, con quante letteruzze e con quante ambasciate io fossi dal tuo Mecenate chiamato, acciocché insieme con tutt’i libri miei, quasi da parte, a lieto riposo alquanti dì divagassimo.» Credo che debba dirsi mi ristorava, anzichè mi ristorassi. Scrivo poi, senza niun dubbio: Acciocché insieme, con tutt’i libri miei quasi da parte, alquanti dì (seguo la miglior lezione del codice marciano) a lieto riposo vacassimo.

Ivi. « Tu ti puoi ricordare, non meno realmente quivi che nella Sentina io fussi ricevuto.» Manca assolutamente un come dopo ricordare: ed invece di realmente vuol dirsi forse reamente.