Pagina:La lettera di G. Boccaccio al Priore di S. Apostolo.pdf/35

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me noi in diverse lingue parliamo, il tedesco e’l francioso possa mediante la grammatica intendere quello che scrisse l’italiano.

Pag. 43. «Di quinci adunque per le già dette cose è manifesto con l’altrui lettere (conciossiacosachè con le sue non così compiutamente abbia fatto) nome perpetuo e fama desideri.» Correrà egregiamente il senso se dopo è manifesto si aggiunga un come, rimaso certamente sulla penna al copista.

Pag. 44. «E certamente egli è laudevole desiderio (quello d’ammaestrarsi nelle lettere), e non è dubbio ch’egli non sia da mandare innanzi agli altri che vengono meno.» Direi, che valgono meno.

Ivi. «Perocché quelli che sono valenti nella lettera, ciò che per addietro è fatto, hanno in cospetto. Le leggi della nostra madre natura e l’andamento del cielo conoscono e delle stelle, e sanno il circuito della terra e i liti del mare, e le cose che sono in quelli; e, quello ch’è molto da commendare, che non solamente fanno chiaro nelle lettere il nome degli altri, ma, scrivendo, nella eternità levano il suo.» Scrivasi: Perocché quelli che sono valenti nelle lettere, ciò che per addietro è fatto hanno in cospetto: le leggi della nostra madre natura e l’andamento del cielo conoscono e le stelle: sanno il circuito della terra e i liti del mare, e le cose che sono in quelli: e, quello ch’è molto da commendare, non solamente fanno chiaro nelle lettere il nome degli altri, ma, scrivendo, nella eternità levano il suo.

Ivi. «Vedi con quanta luce risplendono, e con quanta riverenza e ammirazione ancora dagli ignoranti sieno ricevuti i nomi, benché nudi sieno, di