Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/83

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modo l’uomo per la sua rettorica non solo non procede ma ridiscende la scala degli organismi e riduce la sua persona all’inorganico. Egli è meno vivo di qualunque animale. Ben felici le bestie che non hanno «anima immortale» che le getti nel caos dell’impotenza rettorica, ma si mantengono nel giro sano della loro qualunque potenza.1

Ma l’inadeguata affermazione degli uomini, che vogliono aver persona sapiente, non ha criterio, non ha limite. Come non hanno né criterio né limite le altre voci dell’impotenza: la voce dell’ira, della precauzione, la voce del vino e dell’impertinenza giovanile, della disperazione, dove sempre inadeguatamente s’afferma la già vinta dall’oscurità persona dell’uomo.

Come quando un uomo per costituirsi una persona parla di sé e non c’è più limite e criterio a quel che dice, che qualunque cosa dica, volgare o strana, piccola o grande, piacevole o dolorosa, onorevole o vergognosa, perché la dice di sé, come propria a lui, come fatta da lui, egli la crede tale da costituirgli la persona che si sente mancare – così vaneggia la rettorica filosofico-letteraria, che a proposito di qualunque cosa metta in azione, col lavoro oscuro del sistema e del

  1. E se certuni dicono che le donne non hanno anima, dicono una verità che non sospettano, poiché – meno le neutre che sono anche un bene del nostro tempo – infatti le donne non hanno rettorica; – ma sono sempre la stessa domanda d’un «uomo»; – e in ciò sono tradite dall’uomo prima di nascere. –