Pagina:La secchia rapita.djvu/23

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10 CANTO


XXXV.


Radaldo Ganaceti era sul ponte
     Con molti suoi per impedir il passo;
     E insieme col destrier tutto in un monte
     284Fu dalla sponda ruinato al basso.
     Voltò Gherardo a quel rumor la fronte,
     E in aiuto de’ suoi venía a gran passo;
     Quando comparve il Potta al suon di mille
     288Corni, gridi, tamburi, e trombe e squille.

XXXVI.


Si raccoglie il nemico e si ritira
     Al terror di tant’armi, al suono, ai lampi;
     Ma l’incalza Gherardo, e al vanto aspira
     292D’aver col suo valor rotti due campi.
     Corre a destra a sinistra, urta, raggira
     Il destriero, e di sangue inonda i campi:
     Rotta ha la spada, e porta nello scudo
     296Cento saette, e mezzo ’l capo ha ignudo.

XXXVII.


Ma tratta dall’arcion ferrata mazza,
     Fantin Vizzani, e Prospero Castelli,
     Astor dell’Armi, e Taddeo Bianchi ammazza,
     300E ’l cavalier Martin degli Asinelli.
     A questi, spada, scudo, elmo e corazza
     Fece levar, ch’eran dorati e belli,
     Per onorarsen poi: ma veramente
     304Fu peccato ammazzar sì nobil gente.

XXXVIII.


Spinte il Potta in aiuto intanto avea
     Le prime insegne ai Gemignani stracchi;
     Ed egli verso il ponte, ove parea
     308Che più fossero i suoi deboli e fiacchi,
     Sopra una mula a più poter correa,
     Che mordendo, co’ piè giucava a scacchi:
     Quando ferito fu d’una zagaglia
     312Quel della Grascia, e uscì della battaglia.