Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
– 21 – |
ge e congiunge al collo e al ventre del prefericolo. È vano il trattenerci a rilevare il semplice ed il bello di questo vaso; e convien pur dire che abbia l’occhio contaminato dalle baroccherie che oggi sono in fama, chiunque al primo sguardo non se ne innamora.
4. Oenochoe in metallo di Corinto un terzo minore del vero.
5. Tazza d’argento d’un terzo minore del vero con baccellature a serpe, lavorata a doppio tornio.
6. Giglio in argento d’un terzo minore del vero. Quattro foglie ed altrettanti petali formano il fiore, il quale rimane stretto da un cerchiello ottagono, e reggesi su d’una pallina fermata sopra un sostegno o piedistallo esagono. Credo io che sia questo l’acroterio d’altro arnese di mole molto maggiore, il quale sia perito ne’ vortici, con cui comunica la sorgente delle Acque Apollinari.
1. Turacciolo in legno, il quale si è quasi perfettamente conservato entro le acque, forse per una certa patina che tutto il rivestiva. Il vasetto alla cui bocca era applicato non si è rinvenuto. Qui io lo riporto perchè si osservino le due branche che lo tenevano fermo alla bocca in guisa, che non poteva il vaso scoperchiarsi, se prima non si facea girare il turacciolo, la qual cosa erasi finora creduto che fosse un ritrovamento della moderna meccanica.
2. Tazzetta di bronzo disegnata ad un terzo del vero, lavorata al tornio, orribilmente corrosa dal calore e dalle correnti elettriche delle acque. Tre delle cinque lettere ci nascondono forse un qualche bel nome, le due altre sono la dedicazione C F H D D, senza nè un punto solo, come può vedersi nella incisione.
3., 3. a. Bellissimo è questo vasetto d’argento lavorato al tornio e disegnato ad un terzo meno del vero. Anche la leggenda è stata ridotta, che alla grandezza del vero non potea capire entro la medesima riga. Esprime questa una dedica ad Apollo, a Silvano e alle Ninfe: APOLLINI. SILVANO. NYMPHIS .Q. LICINIVS . NEPOS . DD. Dobbiamo noi credere che questo Quinto Licinio Nepote tenesse, che Silvano discendente da Saturno, semidio rusticano, preside dei boschi e delle valli, e compagno delle Ninfe, prendesse anch’esso con Apollo e con le Ninfe stesse una parte diretta nella sua guarigione. Perciò anche a lui tributa l’omaggio della sua gratitudine.
Ella è poi questa la terza volta che i nostri monumenti ricordano Apolline come divinità principale di questa fonte, talchè il titolo di Acque Apollinari non sia già un titolo vano, ma ad esse appropriato in virtù della divinità, a cui la loro fonte era solennemente consecrata. II cippo marmoreo di