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Quantunque non poche sieno le diversità dell’arte, con che i nostri itinerarj sono lavorati, e sieno anche maggiori le intrinseche diversità della scrittura che v’è sopra; contuttociò pajono sì somiglianti l’uno all’altro, che sentirebbesi tentazione di credergli un prodotto, se non della medesima mano, certamente almeno della medesima officina. A guardarli come vasi potorj, sembrar potrebbero il primo ed il secondo eccessivamente grandi; il terzo starebbe nelle giuste proporzioni: guardandoli invece come itinerarj, il primo e il secondo si direbbon meglio proporzionati a quelle più che cento mansioni che vi si trovan descritte intorno con le loro giuste distanze.
Il primo ha la iscrizione superiore ed inferiore scritta a doppia asta, sopra un fondo apparecchiato a ricevere il taglio della lettera da certi minutissimi puntini, i quali avevano prima del taglio la forma della lettera. Questa preparazione così punteggiata vedesi praticata in tutto il secondo. Così il maestro calligrafo, quando ci dava le prime lezioni di bel carattere, forzava noi a scrivere rettamente, obbligandoci a correre sopra i suoi punti colla penna.
Ma se nella foggia delle lettere non sappiamo trovare la vera diversità, v’ha certamente nella intrinseca forma della dicitura una troppo considerevole differenza, che ci mette in grado di discernere, quale debba essere anteriormente, quale posteriormente scritto. E con tutto questo a me sembra, non si possa ben fissare questa ultima differenza, se non ricorrasi al luogo dove sono stati scritti. In Cadice, e da argentieri Gaditani, alla distanza di parecchi anni l’uno dall’altro, ebbero la prima loro origine. Gli artisti che v’intagliarono la scrittura, non lavorarono a formare un monumento, il quale fosse in tutte le sue parti esatto, ma vi operarono per ragione di commercio, che su tante inesattezze chiude gli occhi. I tre viaggiatori che li portarono a Roma, e da Roma con essi andarono alle Acque Apollinari, ottenuto l’intento loro, che era senza meno la guarigione d’una qualsiasi loro infermità, per ragione di gratitudine fecero alla divinità l’offerta del loro bicchiere.
Vediamo adunque come dalla diversità della lezione giustamente si argomenti la diversità del tempo e dell’artefice. Quegli che una volta ha scritto ITINERARIVM A GADES ROMAM, non credo che una seconda volta voglia scrivere AB GADES VSQVE ROMA ITINERARE, ed una terza ITINERARE A GADES VSQ. ROMA. La voce ITINERARIVM, e quindi l’intero itinerario scritto nel caso accusativo, come vuole la natura del verbo che è tacciuto, è argomento di tempo molto diverso da quello che scrive l’ITINERARE in luogo d’ITINERARIVM, e muta col caso ablativo l’itinerario stesso, quasi servisse ad un verbo di quiete. Se poi questa diversità vale solo a distinguere il primo vasetto dagli altri due; vi sono nella enumerazione delle mansioni, che fanno gli altri, altre intrinseche varietà, dalle quali dobbiamo