Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/103

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mente, come Omero, usa i due nomi. Secondo Esichio i Traci lo onorarono per Saturno, secondo Iamblico come Ercole; alcuni ne fanno un Greco che insegnasse a’ Geti le iniziazioni, altri un servo di Pitagora. Forse era più antico. Vedi Clem. Alessandr., Luciano, Laerzio. Tra tutte le narrazioni, dice Mustoxidi, quella di Erodoto spicca come la più ingenua.

Atlante — Molte favole spacciate intorno a costui null’altro significano se non ch’e’ tenevasi per l’inventore dell’astrologia ed era forse un ente cosmogonico.

Efesto — Ἥφαιστος, fuoco, fiamma — Uno dei nomi di Vulcano.

Sacerdoti e profeti — I soli sacerdoti, e forse pochi tra essi, erano gli interpreti dei libri sacri, i possessori e custodi del sapere e dell’intimo segreto. Tutti gli altri ingannati con dottrine plebee. I sacerdoti egizii rasi il capo, vestivano di lino, calzavano scarpe di papiro, si lavavano quattro volte il dì, s’astenevano dal vino, da alcuni cibi, ed in particolare dalle fave. Il sommo sacerdote era il primo magistrato dopo il re, gli altri giudici e medici, e si dicevano possessori, per mandato di Iside, di una terza parte delle terre, onde il regio potere veniva da essi infrenato. Coloro che volevano partecipare a’ loro segreti dovevano sottomettersi a pruove durissime, e i forestieri persino alla circoncisione.

II. Da costui ad Alessandro il Macedone ec., ec. — L’Egitto paludoso e malsano fu certo abitato dopo altri paesi: pure quei sacerdoti spacciavano una sapienza antichissima, e fanciulli, al paragone, solevano chiamare i Greci! Racconta Erodoto che di trecento dei loro re serbavano i corpi: e Mela che di tredici mila anni avevano annali sicuri, e memorie scritte che da che erano egiziani, quattro dei loro corsi ave-