Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/124

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annotazioni 95


CAPO VII.


Periandro.


„L’erme che rappresenta questo sapiente è di una perfetta conservazione, e le pupille espresse dalla scultura danno un carattere alla fisonomia più animato, che d’altro canto ci fa conoscere un uomo risoluto e fermo.“ — Visconti.

I. Da lui chiamata Melissa. — „Vedutala con una semplice tonaca alla peloponnesiaca che versava il bere agli operai innamorossene e la sposò — e le impose il nome di Melissa (Ape), forse per la dolcezza che in lei ravvisava nel favellare, o nei graziosi costumi.“ — Mustox.

VI. Fiorì intorno la trentesima ottava Olimpiade ecc. — I dotti non sono d’accordo nè sull’epoca nè sulla durata del suo regno. Larcher ne fissa il principio al quarto anno della trentesima sesta Olimpiade, 633 prima dell’e. v.; la Nauze della quarantesima ottava, 598 a. c. Secondo lo stesso Larcher tenne il regno settant’anni; secondo Aristotele, ed è l’opinione dei più, anni quaranta quattro. Finì in lui la dinastia dei Cipselidi.

VI. Lo studio è tutto. — Quasi tutti gli antichi attribuiscono il motto a Periandro; ma un anonimo poeta greco lo dice autore di questo: χόλον κρατέειν, contenersi nell’ira. Ed il primo fu anche altramente interpretato, come si può vedere in un epigramma dell’antologia latina nel verso:

Ille nihil rerum fieri jubet immediatum.


Ove, al dire di Visconti, il μελετα, in dialetto dorico, si credette aver forza di μελεται, ciò che mutandone il significato fece dire a Periandro, non far cosa senza esservi preparato. Del resto l’iscrizione scolpita sull’erme di Pe-