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niamo e l’opinione stessa, e di queste, ciò che opiniamo è la proposizione, l’opinione, la stima. Il perchè Platone le cose che ha comprese dimostra; confuta le false; intorno alle incerte sta sospeso. Ciò che gli pare dimostra per mezzo di quattro personaggi, Socrate, Timeo, il forestiero ateniese, il forestiero eleate. I forestieri poi non sono, come altri crede, Platone e Parmenide, ma finzioni senza nome. Poichè riferendo le parole di Socrate e quelle di Timeo, Platone dommatizza; per le cose ch’ei confuta come false, introduce Trasimaco, Callide, Polo, Gorgia e Protagora; poi Ippia ed Eutidemo, poi ancora altri simili. Nel fare le dimostrazioni si giova assai del modo induttivo; nè di un modo solo, ma di due. Imperciocchè l’induzione è un discorso per mezzo di alcuni veri, che un vero ad essa simile convenevolmente inferisce. Di questa induzione sono due maniere, l’una secondo i contrarj, l’altra che si trae dalla analogia. Quella secondo i contrarj è quando ad ogni risposta di chi è interrogato va dietro una cosa contraria, per esempio: Il padre mio, o è altro dal padre tuo, o è lo stesso; se il padre tuo è diverso dal mio, sendo diverso da un padre, non sarà padre, se è lo stesso che mio padre, essendo lo stesso che mio padre, sarà mio padre. — E di nuovo: Se l’uomo non è animale, sarà pietra o legno. Ma non è pietra o legno, imperciocchè è animato e si muove di per sè; dunque è animale. Che se è animale, e animale è anche e il bue e il cane, l’uom parimente sarà animale e cane e bue. Di questa induzione, per contrarj, e a mo’ battaglia, egli ne usa, non per dommatizzare ma per refutare. —