Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/327

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della quale nulla esiste di materiale, non può naturalmente avere organi, come gli enti che vivono, sia per raccorre dallo esterno, sia per agire sull’altre cose, o per cibarsi, o per secernere; e fu sì maestrevolmente costrutto da avere, in sè e per sè ogni passione ed ogni azione.

Durare il mondo immortale ec. — Il mondo, come opera divina, deve essere un’opera perfetta esente da malattia e da vecchiezza; ciò che non può essere che a patto che nessuna altra forza materiale possa esercitare sopra di esso un poter distruttore. Per la qual cosa fu questo mondo fatto indissolubile, eccetto solo per chi lo formò; il quale ciò non pertanto nol distruggerà perchè non v’ha che la malizia, che possa disfare quello ch’è mirabilmente fatto.

Constare il mondo di fuoco, acciocchè sia visibile ec. ec. — La materia doveva essere visibile e sensibile. Ma senza fuoco nessuna cosa sarebbe visibile, nessuna sensibile senza solidità, solida senza terra nessuna. Doveva dunque Iddio il mondo di fuoco e di terra comporre. Ciò nullostante non si possono due cose perfettamente unire: vi dee quindi essere un luogo di mezzo tra l’una e l’altra, che sia per l’una ciò che l’altra è per esso. Ora uno solo di questi luoghi mezzani non sarebbe bastato, se i corpi non avessero avuto oltre alla superficie, anche la profondità. Ma il corpo non è mai legato che per due mezzi, affinchè le quattro superficie del corpo, legate fra loro, appaiano. Due altri elementi, l’aria e l’acqua, dovevano adunque essere collocati tra il fuoco e la terra. Così Ritter. — Questo passo, dice Cousin, tormentò i commentatori, perchè l’asserzione erronea, che i corpi solidi non si uniscono mai insieme per via di un solo mezzo, ma per due, è difficilmente conciliabile col sapere geometrico di Platone. Stalbum pensa con ragione essere questo passo molto più semplice che noi si credette finora. Due superficie ci vogliono nel sistema pitagorico per fare un solido. Se due su-