Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/330

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annotazioni 295

confronto degli altri pianeti. Ell’è appellata dal nostro filosofo, guardia e architetto della notte e del giorno.

La terra siccome nel mezzo, nel mezzo girare. — La terra, come si è veduto, fu collocata da Platone nel mezzo del mondo, ove si stende intorno al polo, o meglio all’asse del mondo, e dove è rattenuta e ferma per suo proprio equilibrio e per l’egualità del mondo intorno a lei. Ma Platone, osserva Ritter, non s’è che ambiguamente spiegato sulla quistione: se la terra resta in riposo nel centro del mondo, o se, docile al movimento universale, gira intorno al mondo. — Discordi gli antichi su questo punto di dottrina platonica, si è da ultimo assentito generalmente all’opinione che la terra è in riposo. Veggasi Bœckh. La ragione, per altro, che a questo dotto pare senza replica, non esclude, secondo Ritter, ogni movimento terrestre, quantunque si opponga al moto di rotazione sul proprio asse.

Alcune cose esistere per mezzo della mente, alcune per ragione di necessità. — Per mezzo della mente, di Dio, dell’anima, cagioni perpetue; dei quattro elementi, in cui si tramutò la materia, cagioni necessarie. Due generi di cagioni già poste da Platone.

Non sono elementi, ma possono contenerli. — Dalla mutazione scambievole degli elementi fra loro — di che si toccò in una nota — appare ch’e’ non sieno altra cosa da una natura seconda, composta di qualità, della quale prima è la materia e la forma.

Constare di triangoli. — La materia che sempre rimane la stessa, è determinata dalle forme cui viene assoggettata. Quindi la materia, per sè priva di forme, come ricettacolo di tutte forme, è abile a trasformarsi in qualunque cosa. Ma la forma dei quattro elementi è forse per il nostro filosofo un esempio, piuttosto che un fatto; servendosi di quella dei triangoli, che sono i principii di tutte le figure piane, sicco-