Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/403

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aristotele. 365

Narra Apollodoro nelle cronache, che, nato il prim’anno della nonagesima nona Olimpiade, di diciassette anni si era accostato a Platone, e vent’anni avea dimorato con lui; ch’era andato a Mitilene, sotto l’arconte Eubulo, il quart’anno della cent’ottesima Olimpiade, e, morto Platone, nel primo anno di Teofilo si era recato da Ermia ed ivi era rimasto tre anni; che poi sotto Pitodoto era ito a Filippo, il secondo anno della cennovesima Olimpiade, quando Alessandro avea già quindici anni; che era ritornato in Atene l’anno secondo della cent’undecima Olimpiade, ed avea fatto scuola tredici anni nel Liceo; che quindi, il terz’anno della cenquattordicesima Olimpiade, era partito per Calcide, e che era morto per malattia di sessantatrè anni circa, nel qual tempo anche Demostene finiva in Calavria sotto Filocle.

VIII. Raccontasi che per la congiura di Callistene contro Alessandro divenisse odioso al re, e che questi per attristarlo innalzasse Anassimene e mandasse doni a Senocrate. Scherzò sopra di lui in un epigramma anche Teocrito chio, così poetando, al dire di Ambrione, nel libro sopra Teocrito:

     Ad Ermia eunuco e in un d’Eubulo schiavo
        Fece innalzare un vuoto monumento,
        Aristotele vuoto di giudizio.
        Che, pel suo ventre indomito, abitare
        Preferì all’Academia i fonti Borbori.


In oltre anche Timone tocca di lui dicendo:

        E neppur d’Aristotele la trista
        Frivolezza.


E questa fu la vita del filosofo.