Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/448

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408 annotazioni

III. Aristotele il più genuino tra’ discepoli di Platone. — Molti, dice Ritter, vollero separare questi due nomi, ma d’altro canto s’affermò che l’opposizione tra i due filosofi non era che apparente, e, sendo essi d’accordo nell’essenziale, non avea luogo che sopra accessorii. Bisogna confessare, segue Ritter, che entrambe queste opinioni sono fondate. Aristotele non fu un tanto cattivo discepolo di Platone da sconoscere la verità che risplende in modo sì luminoso nella dottrina del suo maestro; ma la trovò anche mescolata ad una specie di errore ch’e’ volle dissipare, il che lo costrinse ad aprire a sè stesso una strada in filosofia — massime allorchè trattasi di spiegare i fenomeni col mezzo delle idee — allora noi troviamo Aristotele opposto a Platone. — Aristotele, secondo Cousin, riconosce con Platone esservi nello spirito idee non esplicabili dall’esperienza dei sensi; ma non parte da questo per innalzarsi, col mezzo dell’astrazione, alla loro sorgente invisibile; e’ si pone invece a seguirle nella realtà e in questo mondo. Qui sta tutta la differenza tra Platone ed Aristotele.

Si radeva la barba. — Tonsura utens. — Diogene, dice Visconti, parla della cura che si prendeva Aristotele nel radersi; ma non dice espressamente la barba: la voce [testo greco] è generica, e si riferisce più generalmente a’ capelli; ma è provato dai ritratti di Alessandro e degli immediati suoi successori, che i Macedoni avevano il costume di radersi ec., ec.

III. Ebbe Nicomaco dalla concubina Erpillide. — „Aristotele unitosi all’Erpillide, dopo la morte di sua moglie la tenne seco fino ch’ei visse. Alcuni moderni hanno creduto che fosse sua legittima sposa; ma ciò essendo come si spiega il perchè Nicomaco, che si vorrebbe figlio legittimo e naturale, e la di cui madre era viva, sia stato, nel testamento di suo padre, meno favorito di Nicanore, figlio adottivo?“ — Visconti.