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Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/466

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426 annotazioni

ignorato dal Visconti, o scoperto dopo la morte dell’illustre archeologo.

V. Usò il vocabolo scolastico. — [testo greco]: ma pensa il Menagio doversi leggere [testo greco].

VI. Lui, Tirtamo chiamato, Teofrasto nomò Aristotele. — Le opere che vanno sotto il nome di Teofrasto troppo si rassomigliano nello stile a quelle di Aristotele per meritarsi un tanto elogio. Pure Strabone, e Suida. e Fabio, e Plinio, e Cicerone dicono press’a poco ciò che Diogene. La moderna critica non si piega neppure a queste autorità! „Spiacendo ad Aristotele il barbaro nome di Tirtamo, vuolsi che gliel mutasse prima in Eufrasto, che significa buon-parlatore, poscia in Teofrasto, parlatore-divino. Può darsi che il giovine filosofo abbia mutalo il proprio nome per averne un altro più attico, ma la particolarità che qui si tocca ha tutte le sembianze di una favola. Se Teofrasto significa parlatore-divino, non pare che il discepolo d’Aristotele abbia potuto sì presto meritare un elogio tanto esagerato. Oltrechè questa spiegazione non è conforme all’indole del greco idioma. [testo greco] non può veramente significare che annunziato-dagli-dei; ciò che potè di leggieri supporsi in un paese pieno di oracoli. Anche un figlio di Temistocle aveva gran tempo prima portato lo stesso nome.“ — Visconti.

IX. Un orto privato. — Tengono alcuni che quest’orto fosse botanico e che fosse il primo di questo genere.

XI. Lui accompagnarono a piedi. — Menagio vorrebbe mutato il [testo greco] in [testo greco] per leggere: [testo greco], [testo greco], non essendo costume degli Ateniesi accompagnare i morti in cocchio od a cavallo.

XIII. Lasciò dei libri in numero sterminato, la maggior parte dei quali è perduta. T. de Berneud ne ha raccolti con