Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/93

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essere andato qua e là per alcun tempo occupandosi a raccoglier radici.

VIII. Va intorno una sua epistola a Solone il legislatore concernente alla costituzione, la quale Minosse avea data ai Cretesi. Ma Demetrio magnesio, nel libro Dei poeti e degli scrittori dello stesso nome, cerca di confutare quell’epistola, siccome recente e non dettata con frase cretense ma attica, ed anche nuova.

IX. Io per altro ho trovato un’altra epistola che è così:

Epimenide a Solone.

„Sta di buon animo, o amico! poichè, se mentre gli Ateniesi erano schiavi e privi di buone leggi, surto fosse Pisistrato, avrebbe anco, riducendo a servitù i cittadiui, il comando avuto per sempre. Ora non uomini vili ha fatto schiavi costui, ma quegli che rammentandosi gli avvisi di Solone, si dorranno per vergogna dei ceppi, e non comporteranno tiranni. Che se tuttavolta Pisistrato ritenesse la città, spero, il costui potere non verrà certo nei figli; essendo cosa difficile assai ch’uomini i quali godono libertà fra ottime leggi divengano schiavi. Tu poi cessa di andar vagando, ma vieni in Creta da noi, ove non avrai paura di monarca. Che se a caso ti scontrano per via gli amici di lui temo alcun che di grave tu non abbi a patire.

X. Così Epimenide — Dice Demetrio che alcuni raccontano, com’egli riceveva non so qual cibo dalle