Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/113

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zenone. 97

XLII. La definizione è, come dice Antipatro nel primo Delle definizioni, un discorso perfettamente espresso per mezzo dell’analisi, o, come dice Crisippo, nel primo Delle definizioni, anche una reddizione. La descrizione è un discorso che conduce indigrosso alle cose, o una definizione che presenta in modo più semplice la forza della definizione. Il genere è un’unione di molti e inseparabili concetti, come animale; poichè in esso si contengono i singoli animali. Un concetto è un fantasma della mente; non qualche cosa che esista od operi, ma come una cosa che esista, e come una cosa che operi, al modo che ci raffiguriamo un cavallo eziandio non presente. La specie è compresa sotto il genere, come sotto l’animale si comprende l’uomo. Generalissimo è poi ciò, che essendo genere, non ha genere, come l’esistente; specialissimo ciò che, essendo specie, specie non ha, come Socrate.

XLIII. La divisione è la spartizione del genere nelle specie affini, come: Degli animali alcuni sono ragionevoli, alcuni irragionevoli. La contro divisione è la separazione del genere in ispecie in modo opposto, quasi fosse per negazione, come: Delle cose esistenti alcune sono buone e alcune non buone. La sotto divisione è la divisione della divisione, per esempio: Delle cose esistenti alcune sono buone, alcune non buone, e delle non buone queste sono cattive, quelle indifferenti. La partizione, secondo Crini, è la distribuzione del genere per luoghi, come: Dei beni alcuni sono dell’anima, alcuni del corpo.

XLIV. L’equivoco è una dizione significante due