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6 | capo primo |
può torre è la virtù. — Meglio è con pochi buoni contro tutti i cattivi, che con molti cattivi contro pochi buoni combattere. — Fare attenzione a’ nemici, poichè primi s’accorgono dei falli. — L’uom giusto stimare più del congiunto. — Dell’uomo e della donna la virtù è la stessa. — Le cose buone, belle; le cattive, deformi; tutte le malvage, stima forestiere. — Muro saldissimo è la prudenza, che nè crolla, nè si dà per tradimento. Muro da fabbricarsi nei nostri invincibili ragionamenti.
VI. Disputava nel Cinosarge, ginnasio poco discosto dalle porte. Onde affermano alcuni che da quello fosse nomata la setta cinica; ed egli chiamato semplice cane.
VII. Fu il primo, secondo racconta Diocle, a raddoppiare il mantello, e ad usare soltanto di questo. Prese bastone e bisaccia; e al dire di Neante fece anche scempia la veste. Ma Sosicrate, nel terzo Delle successioni, racconta che fu Diodoro aspendio, ed anche a lasciar crescere la barba, e ad usare ii bastone e la bisaccia.
VIII. Costui solo di tutti i socratici è lodato da Teopompo; il quale asserisce ch’egli era meraviglioso nello attrarre qualunque si fosse anche coll’elegante conversazione. E ciò si manifesta dagli scritti suoi, e dal Convito di Senofonte. Sembra ancora che da lui avesse principio la virilissima setta stoica, al cui proposito così parla anche l’epigrammista Ateneo:
Oh dotti negli stoici discorsi,
Oh voi, che nobilissime dottrine,
Ne’ vostri sacri libri riponete,
È virtute dell’alma unico bene.