Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/253

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nè Empedocle, nè Socrate, nè Epicuro, le dottrine dei quali appartengono all’occidente.“ — Matter.

IV. Come fosse stato Etalidee però di tutto s’avea ricordato ec. — „Dal domma della metempsicosi, deduzione del domma dell’immortalità, si fece derivare quello della reminiscenza. Abbondano prove dei primi due, non così di quello della reminiscenza; nè si rinviene un solo passo pitagorico autentico, in cui l’[testo greco] si trovi positivamente annunziata. — Porfirio dichiara che null’altro con questo voleva dire Pitagora se non che l’anima è immortale, e che quando è stata purificata può risalire alla memoria della vita anteriore.“ — Cousin.

Soltanto rirnanenù la maschera. — [testo greco]. La parte di mezzo dello scudo; l’umbilico.

V. Nè uno scritto aver lasciato. — Anche i celebri versi dorati non sono di Pitagora; e gli antichi e gli stessi Platonici gli hanno per fattura di qualche discepolo. Se ne ignora l’epoca, e solo il dialetto dorico li fa credere nati nella Magna-Grecia. La critica moderna ha sentenzialo allo stesso modo anche gli scritti che si attribuivano a Timeo, ad Archita, ad Ocello lucano, e sono evidentemente falsi que’ che corrono sotto nome di Brontino, di Eurifamo e di altri antichi Pitagorici.

Molta perizia e mal’arte. — [testo greco]. Il Casaubono congettura [testo greco]. — F. Ambrogio traduce multaeque peritiæ et artis. Aldobrand. multarum rerum doctrinam malesque artes. L’Huepnero così volta l’intero passo: Selectisque his scriptis suam constituit sapientiam, multam peritiam et malam artem. — Queste male arti l’Aldobrandino sospetta essere le magiche.

VIII. Primo disse le cose degli amici comuni. — Intorno all’amicizia si attribuivano a lui anche queste sentenze: Trova un amico; con un amico tu potrai passartela degli dei. —