Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/99

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le, mandato per i suoi Satrapi periti nelle quistioni sofistiche: acciocchè con Esopo disputassero, e questi venuti, fece loro un real convito, e fece invitar Esopo. Dove poscia, che ebbero la fame spenta, incominciò uno de’ più dotti Heliopoliti a favellare, così dicendo: Sappi, o Esopo, che il mio Iddio, mi ha mandato ad interrogarti un dubbio, acciocchè intenda da te la soluzione. A cui Esopo, senza più oltre ascoltare disse: gran bugia è cotesta, che tu ora dici, conciosiachè non hanno bisogno i Dei d’imparare dagli uomini, ma volendo tu parer di dire cose grandi, non solamente accusi la vanità, e l’arroganza della tua presunzione, ma fai il tuo Iddio ignorante e poco saggio. A loro fecesi mutolo a tai parole l’Heliopolita, un altro poscia propose cotal questione: Egli è un magno ed amplissimo tempio, entro cui è una sola colonna, ma tanto grande, e spaziosa, ch’ella in se stessa dodici camere contiene, ciascuna delle quali è da trenta travi sostenuta, ed intorno vi vanno sempre girando due donne, l’una delle quali sempre corre dietro all’altra: or tu sopra di ciò dimmi quello, che ti porge il tuo ingegno, e sapere, e che pensi ciò sia cotesta questione. Rispose Esopo: appo noi la sviluppariano, e scioglieriano i fanciulli. Quel tuo gran tempio è tutta la machina mondiale, la colonna, che vi sia nel mezzo, è l’anno, mediante il quale l’ordine del Mondo, ed il movimento viene misurato; le dodici camere in quella colonna contenute sono i dodici mesi dell’anno, i trenta giorni di ciascuno de’ quali corrispondono alli trenta travi; e le Donne, che intorno le vanno sempre girando, sono la notte, ed il giorno, perciocchè queste pare, che sempre girando, l’una corra dietro all’