Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/209

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DE PARADOSSI 101

re per dar soccorso a' bisognosi, et riparare a' pericoli, non peccaremo noi gravemente? non doventarebbe l'un di questi offitii del tutto vitioso? si farebbe veramente, dicciamo anchora piu oltre, egli puose quattro vertù, cioè prudentia, giustitia, fortezza, et temperantia, ne si ricorda il stordito, d'haver scritto bruttamente fare, chi pretermette nelle divisioni cosa veruna, oltre che noi veggiamo tutti gli migliori filosofi undeci da necessita astretti haverne posto, non le raccontaro gia per hora, di una in una, potendole ciascun vedere in Aristotele, et prima in Crisippo, in Dicearco, in Senocrate, in Teofrasto, et altri tanti, di qualunque miglior setta, andiamo piu oltre, nel quarto libro delle disputationi Tusculane, riprende orgogliosamente gli dotti peripatetici, perche assegnarno le mediocrita delle passioni a noi si utilmente date, et senza le quali, gli huomini possedere non possono vertu alcuna, ne si avede (il misero) che chiunque tolge le mediocrita delli affetti, tolga le vertu, ne ci rimanga piu chi procuri di sovvenir alla patria, lievasi l'amore a figliuoli, non amansi piu gli amici, et molte altre cose honeste pretermettensi, non saprei per mia fe, dir quanti brutti falli mi si scuoprino, tutte le volte ch'io mi pongo à leggerlo, il che per non perdete in tutto il tempo, faccio men sovente ch'io possa, mi pare pur strano veder in si famoso scrittore una tanta negligen