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DE PARADOSSI 103

orando contra Sulpitio, nomnino Gn.Flavio autore del don gia sopra detto, dil che, fendo poi ripreso da Pomponio Attico, ch'era peritissimo delle antichita Romane, sene scusa cosi dicendo, Di Flavio et de fasti, sendo altrimenti, e pero commune errore, tu certamente ne dubitasti con ragione, et noi seguittiamo l'upinione quasi publica, come sono molte cose appresso de Greci, et seguita narrando. Chi e fra quelli che detto non habbia Eupoli scrittor di Comedie navigando in Sicillia, esser stato gittato in mare da Alcibiade, la qual cosa Erastotene riprende mostrando ch'egli habbi scritto delle comedie doppo quel tempo, et non essere percio schernito Durio Samio, huomo nell'istoria diligente havendo con tanti errato? Chi non ha, dice anchora similmente scritto, esser stato Zaleuco legislatore de Locresi? et non essere percio meno istimato Teofrasto sendone di cio ripreso da Timeo? queste sono delle scuse che fa M. Tullio, in diffesa della sua brutta negligentia, ma quanto havrebbe egli fatto meglio a pigliare un poco piu di fatica per non commettere simili errori, che durarne poscia tanta in raccorre quelli de gli altri, per iscusar se medesimo. Il detto M. Tullio egualmente anchora negligente nella Cosmografia, come in tutte l'altre cose, havea scritto che tutte le citta del Peloponesso (c'hoggidi si chiama la morea) erano marittime, dil che sendo ripre