Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/122

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CINO DA PISTOIA

     Ahimè! spesso m’assale Amor pungendo
In ogni parte il cor, sì che gridare
Mi fa — Mercè! mercè! — forte piangendo;
E poi c’ho pianto, comincio a cantare,
Sempre grata mercede a voi chiedendo,5
Che di bellezza al mondo non ha pare.
E tal vita d’amore ogn’ora porto,
Chè di voi mi conforto
Membrando quand’io canto,
E sovviemmi di me quand’io fo pianto;10
Ch’io riconosco tanto il mio destino,
Che non potrìa Amor fino
Far ch’io venissi in porto
Del mio voler, così n’è ’l tempo corto.
     Sì m’è crudel nemica la ventura,15
Ch’ogni ragione ogni ben mi contende
E strugge quello in che pongo ogni cura;
Perchè pietate da mercè discende,
E mercè da pietà, ch’altronde indura
Il core quanto più gentil voi prende.20
E se ’l vostro non m’imparte a bastanza
D’una greve possanza,
Non è se non ria sorte
Che m’è invidiosa e più crudel che morte.
Dunque perchè sì forte e spesso grido25
Amor? però ch’io sfido
Con la vostra possanza
Vincer, se si mantenga quest’usanza.
     Vola, canzone mia, non far soggiorno;
Passa ’l Bisenzio e l’Agna,30
Riposandoti appunto in su la Brana
Dove Marte di sangue il terren bagna;
E cerca di Selvaggia ogni contorno:
Poi di’ — Senza magagna
Mio signor farà presto a voi ritorno.35




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