Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/21

Da Wikisource.

DISCORSO PRELIMINARE

ne; il quale e, lei morta, si lasciò persuadere a un buon matrimonio; e seguitò a celebrarla, anzi l’indiò, anche avuti sette figliuoli dalla Donati: nè il Petrarca rimise della sua adorazione per madonna Laura, pur ingenerando non legittimamente da altre donne non so se più belle certo meno altere della moglie del barone Ugo de Sade. Errò quindi Cino per varie città di Lombardia, e fu, come Dante, alla corte dei signori di Lunigiana, e scrisse qualche verso d’amore per una marchesa Malaspina. E, come Dante e forse nello stesso tempo (1309), andò in cerca di scienza a Parigi, visitata fin d’allora e talvolta eletta a dimora gloriosa dai migliori Italiani; dei quali già dal secolo XII andava ornando il suo studio, rassomigliato dal Petrarca a «un paniere in cui si portano le più belle e rare frutta d’ogni parte»1. Ma intanto nel settembre 1310 Arrigo VII imperatore calava in Italia: e si rilevavano le speranze degli esuli. Accorrea l’Alighieri di Francia, e rivedeva i confini della dolce Toscana: il padre del Petrarca raccoglievasi in Pisa colla famigliuola, nel desiderio della patria vicina. E messer Cino chiamato assessore da Lodovico di Savoia, già mandato da Arrigo con 500 cavalli a preparar Roma per l’incoronazione e costituito senatore da Clemente V, dalla Lombardia veniva, passando l’Appennino, in Toscana per a Roma. In questo passaggio trovò morta madonna Selvaggia, e ne visitò con voce di dolore2 il sepolcro, forse alla Sambuca dove il Vergiolesi, abbandonato Piteccio, erasi ritratto. Ma l’imperatore, già sgomento delle resistenze d’ogni parte oppostegli, moriva il 24 agosto del 1313 in Bonconvento. E i Fiorentini, che l’avean fatto partire a vuoto d’intorno le loro mura e levatogli nemici per tutta Italia, presero l’uso, durato fino al secolo XVI, di saldare i conti inesigibili nelle ragioni fallite e le spese delle private scritture con una partita di debito a carico d’Arrigo di Lamagna. Con la morte di lui cadeva ogni speranza non solo degli esuli e dei Bianchi ma di tutti i buoni non partigiani: e il padre del Petrarca navigava per disperato in

  1. Petrarca: Invect. contro Galli calumn.
  2. M. Cino: Rime; CV di questa edizione.

— 15 —