Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/248

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FAZIO DEGLI UBERTI

     Canzon, quando sarai nel dolce loco
Dove tu vai, farai che sì t’avanzi,
Ch’entri dirianzi a ogni tua sorella:
105Poi con pulita e soave favella
Dirai — O più che stella,
I’ fui per voi creata in un boschetto
Sopra bei fiori all’ombra d’una spina,
Tra l’alpe e la marina
110Dove la Magra fa suo corso e letto.
E dissemi colui da cui io vegno
— Così grida per segno,
Se vuoi ch’ella conosca che se’ sua
E che die fede alla parola tua. —


(Pubblicata, monca e scorretta, da F. Trucchi in Serventese e Poesie liriche di F. degli Uberti; Firenze, Benelli, 1841; da noi compiuta ed emendata sui codd. ricc. 1050-1100.)



IV


     Io guardo in fra l’erbette per li prati,
E veggio isvarïar di più colori
Gigli vïole e fiori
Per la virtù del sol che fuor li tira.
5E son coperti i poggi, ove ch’io guati,
D’un verde che rallegra i vaghi cori;
E con soavi odori
Giunge l’orezzo che per l’aere spira;
E qual prende e qual mira
10Le rose che son nate in su la spina.
E così par che Amor per tutto rida.
Il disìo che mi guida
Però di consumarmi il cor non fina;
Nè farà mai; se non veggio quel viso
15Dal qual più tempo stato son diviso.
     Veggo gli augelli a due a due volare
E l’un l’altro seguir fra gli arboscelli,
Con far nidi novelli,


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