Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/264

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FAZIO DEGLI UBERTI

     Così la tua verginità, che passa
Ogni purità ogni mondezza,
39Col corso natural non si compassa.
     Ricordati della terza allegrezza
Che tu avesti, quando i magi santi
42Venner ad onorar tua poverezza
     Con tanta riverenza nei sembianti
Ed un’offerta tanto grazïosa,
45Che gli angiol d’allegrezza ne fêr canti.
     Ti ricorda, quando eri dolorosa
Più che ogni madre, vedendo esser morto
48Colui che amavi sopra ogni altra cosa,
     Risuscitar vedesti il tuo conforto
Sì glorïosamente e con vittoria
51Che fe il poter del nemico più corto.
     Ancora ti ricorda che alla gloria
Del ciel salì con lo primo parente
54Scrivendo lui e gli altri in sua memoria.
     Poi ti ricorda come ei fe ardente
Col Spirto Santo la turba apostolica
57A sofferir per noi morte innocente;
     Che volendo amplïar la fè cattolica
Non temêr mai affanno nè martìro
60Per annullar la fede dïabolica.
     Poi ti ricorda che dall’ampio giro
Dell’empireo ciel per te discese
63Volendoti partir del mondo diro.
     Deh pensa, madre, s’ei ti fu cortese,
Ch’altri mandar non volse già, ma venne
66Per onorar la carne che in te prese.
     Allora mosser le sacrate penne
Tutte le gerarchie angelicale,
69Per farti onore quanto si convenne.
     Con lui venne il trionfo profetale
E’ patriarchi e tutta la milizia
72Dell’alto concistor celestïale.
     Poi si raccolse la lieta primizia
De’ tuoi figliuoli apostoli, che spanta
75Era per convertir nostra letizia.


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