Pagina:Le antichita Romane (Piranesi)-1.pdf/23

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egualmente precisa di Plinio nel 15 del 36: Pantheon Jovi Ultori ab Agrippa FACTUM. Io però rispondendo a questi loro sofismi, dico in quanto al primo, che la sconnessione del Pronao dalla Cella, dandoci indizio della loro costruzione in diversi tempi, non conclude la diversità del Fondatore dell’ uno e dell’ altra, imperciocché può darsi che Agrippa facesse la Cella senza il proposito di adornarla col Pronao, e che terminatala gli venisse in inente di aggiugnervelo. In quanto al secondo sull’ architettura della Cella e del Pronao, qualunque intendente architetto vedendo le stesse modinature nell’uno e nell’altra, e in conseguenza riconoscendone la medesima eccellenza, fa poco conto del giudizio di diversità che vi fa l’imperizia di tali scrittori. In quanto al terzo sul riferito passo di Dione, la parola εξετέλεσε, la quale fa tutto il forte del loro argomento, nel più stretto significato vuoi dire finì, onde non inferisce che Agrippa non avesse potuto fare il Pantheon, essendone stato terminatore. La causa poi non ricercata dagli stessi scrittori, per la quale Dione non abbia detto fece ma finì, deriva dalle di lui antecedenti parole: Ἀγρίππας δὲ ἕν τούτω τὸ ἄςυ τοῖς ἰδίοις τέλεσιν ἐπεκόσμησε: Agrippa nel medesimo tempo adornò la città a sue spese: sotto la disposizione delle quali venendo le altre: τότε Πάνθειον ἐξετέλεσε: e finì il Pantheon: non polca questo storico dir fece, perché non era vero che Agrippa avesse fiuto il Pantheon nel tempo determinato colle precedenti parole, cioè l’anno 727 di Roma essendo egli Consolo la terza volta. Ed in fatti il dir poscia Dione: Ηβουληθη μὲν οὖν ὁ Ἀγρίππας καὶ τὸν Αῦγουστο ενταῦθα ίδρύσαι τὴν τε τοῦ έργου έπίκλησιν αύτω δουναι μή δεξαμενου δὲ αύτου μηδέτερον, ἐκεῖ μὲν τοῦ προτέρου Καίσαρος ἐν δὲ τῷ προνάω τοῦ τε Αὑγούστου καὶ ἑαυτοῦ ἀνδράντας ἔστησε: Volle poi Agrippa riporre ivi (nel Pantheon) la statua d’Augusto, e a lui scrivere il nome d’ aver fatta quell’opera ma non accettando (Augusto) nè l’ una nè l’altra di queste cose (Agrippa) pose nel Tempio la statua del primo Cesare, e collocò poi nel Pronao quella d’ Augusto e la propria; che altro ci dichiara se non che Agrippa volea riferir la propria gloria di aver fatto questo tempio ad Augusto? e ch’egli col veder riporvi la statua di questo principe usava nello stesso tempio di un dispotismo che non gli sarebbe stato perdonabile qualora egli non ne fosse stato il Fondatore.

80. Avanzi di muri appartenenti a Sisto dello stesso Agrippa, i quali sono aderenti alla parte deretana del detto tempio, e ridotti ad uso del forno, e di altre moderne fabbriche parimente aderenti allo stesso tempio.

81. Altri avanzi del detto Sisto, nell’odierno vicino palazzo dell’Accademia Ecclesiastica.

82. Avanzi delle Terme del medesimo Agrippa, chiamati ora l’Arco della Ciambella.

83. Uno de’ capitelli delle colonne che appartenevano alla cella del Tempio di Minerva fabbricato da Pompeo Magno, questo rimane nella bottega del Facocchio dietro la Cappella della Nunziata della Chiesa di S. Maria; perciò detta sopra Minerva.

84. Avanzi delle Terme di Nerone nel cortile del Palazzo Madama, le quali si univano con altre fabbriche del Campo di Agrippa. Questi avanzi si vanno attualmente disfacendo per ampliare i comodi di detto palazzo ultimamente comperato per gli uffizj della Dateria Pontificia.

85 e 86. Linee tirate a seconda delle case le quali circondano l’odierna piazza Navona, e che son piantate su i fondamenti de’ Sedili dell’antico Circo Agonale.

87. Piccolo avanzo di muro appartenente alle fabbriche che circondavano l’area di Marte. Questo rimane nel vicolo detto de’ Granari.

88. Avanzo di una delle pile del Ponte Trionfile, composta di grossi travertini, peperini, e di opera incerta. Questo si vede alla ripa del Tevere, molto scoperto ne’ tempi estivi, e si dimostra nella Tav. XIII del Tomo IV.

89. Ponte Elio Adriano, inoggi detto di S. Angiolo.

90. Avanzo del gran tumulo del Mausoleo di Adriano, in oggi detto il Maschio di Castel S. Angiolo. Sì di questo, che del predetto ponte si fanno specifiche dimostrazioni nel Tomo IV della Tav. IV sino alla XII.

91. Avanzi nel Tevere di alcuni muri fabbricati ne’ tempi bassi. Dai moderni scrittori si suppongono spettare al Ponte Trionfale; ma, oltre il vedersi un’avanzo incontrastabile