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201. Giardino de’ Signori della Missione, ov’era lo stesso Ninfeo, dimostrato in pianta nella Tavola XLI di questo Tomo.

202. Valle fatta da Domiziano coll’appianamento in figura di Circo di una parte del Monte Celio per disporvi il suo Stadio, come si dimostra nella medesima Tavola VLI al num. 11. Questa valle rimane ora occupata dalla vigna de’ detti Signori della Missione, e dalla villa Casali. Ne’ cavi fatti in questo luogo fu ritrovata porzione di una meta simile a quella de’ Cerchi, forse appartenente al mentovato Stadio.

203. Si vede parimente nella detta vigna Cornovaglia, e si dimostra nella Tavola XXVI di questo Tomo alla figura I, la prosecuzione da un’altra banda della predetta investitura del Ninfeo, la quale consiste in un muro architettato a nicchioni; e che insiememente serviva di ornamento al predetto Stadio, il quale gli rimanea sottoposto, come meglio si dimostra e si spiega nella predetta Tavola XLI di questo Tomo al num. 12. Si vede sopra ai detti muri uno speco che girava e portava l’acqua all’intorno dello stesso Ninfeo, comeppure al Palatino medianti gli archi ch’erano appoggiati agli slessi muri, l’avanzo de’quali archi inoggi rimane soltanto per la via che dall’Arco di Costantino conduce alla Chiesa di S. Gregorio come riferisco al susseguente numero 300.

204. Avanzo de’ pilastri delle fornici che sostenevano, l’atrio e le cordonate del medesimo Ninfeo.

205. Avanzo del serraglio di una parte delle fiere per uso dell’Anfiteatro Flavio. Questo avanzo si dimostra in tutte le sue parti nel Tomo IV dalla Tavola LIII alla LVI. Esso fu fabbricato da Domiziano con due ordini di archi. L’ordine inferiore è del tutto ricoperto dal moderno rialzamento del piano di Roma. Ne’ cavi da me fittivi fare negli anni scorsi, viddi, che non v’è alcuna comunicazione di porte da un arco all’altro; che i muri degli archi dalla parte interna s’appoggiano al terren vergine del monte investito di parete e scavato per le grotte delle suddette fiere. Gli archi dell’ordine superiore mostrano nella grossezza del muro i segni di essere stati chiusi da pareti le quali forse avranno avuto le loro finestre barrate da ferri per ricettacolo de’ volatili, o di altre spezie di bestie. E qui poi sono le communicazioni da un arco all’altro per mezzo di porticelle con architravi di grossi travertini, ne’quali, come anco negli stipiti delle dette porticelle non si ravvisa il menomo segno de’ perni che avessero dovuto regger gli usci di legno 0 di ferro; onde si debbe supporre, che questo fosse un serraglio di bestie o di volatili sociabili.

206. Chiesa de’ SS. Giovanni e Paolo fabbricata ne’ tempi bassi sulle rovine della loro casa, di cui si sono scoperti ultimamente gli avanzi mediante uno scavo di cento palmi dal piano moderno della Chiesa sino al piano antico di Roma. Gli archetti che rimangono a uno de’ fianchi della stessa Chiesa, non solo per la loro mala costruzione, ma anco per esser fondati su ’l rialzamento del predetto piano antico, dimostrano di esser parimente stati fatti ne’ tempi bassi per corroborazione e appoggio della medesima come fondata sulla istabilità del detto rialzamento.

207. Avanzi della casa di Scauro al lato della detta Chiesa.

208. Avanzi sul clivo di Scauro della casa dell’ antichissima famiglia Anicia, dalla quale discese S. Gregorio Magno. Questi rimangono nella vigna de’ PP. Camandolesi.

209. Avanzo, e termine degli Archi Neroniani soprindicati al num. 130. Questo avanzo resta nella vigna de’Signori della Missione, ove si vedono parte delle fistole, per le quali, al dir di Frontino si diffondeva l’acqua per il Monte Celio, come si dimostra nella Tavola XXIV di questo Tomo alla fig. II, e come si spiega nella Tavola degli Aquedotti al num. 38.

210. Fornice presso la Chiesa di S. Tommaso in Formis fabbricata di Travertini dai Consoli P. Cornelio Dolabella, e C. Giunio Sacerdote di Marte, come apparisce dalla presente iscrizione che si legge

P. CORNELIUS. P. F. DOLABELLA
C. JUNIUS C. F. SILANUS. FLAMEN. MARTIAL COS
EX. S. C.
FACIENDVM. CVRAVERVNT. IDEMQVE. PROBAVERUNT