Pagina:Le antichita Romane (Piranesi)-1.pdf/50

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Nell’ordine attico
IMP . CAES . FL . CONSTANTINO MAXIMO
P . F . AVGVSTO . S . P . Q . R .
QVOD INSTINCTV DIVINITATIS MENTIS
MAGNITVDINE CVM EXERCITV SVO
TAM DE TYRANNO QVAM DE OMNI EIVS
FACTIONE VNO TEMPORE IVSTIS
REMPVBLICAM VLTVS EST ARMIS
ARCVM TRIVMPHIS INSIGNEM DICATVM
Da una parte sotto l’architrave
VOTIS . X
Parimente
VOTIS . XX
Dall’altra parte sotto lo stesso architrave
SIC . X
Parimente
SIC . XX
E sotto l’Arco di mezzo
Da una parte
LIBERATORI . VRBIS
Dall’altra
FVNDATOM . QVIETIS

La scultura di quest’Arco prescindendo dagli orna­menti, o spoglie Trajanensi, mirabili in se medesime, è di una infelice maniera. Il fregio e gli specchj fra i bassirilievi circolari erano impellicciati di porfido, e i vacui de’ caratteri erano investiti di metallo, foche an­cora doveva essere degli altri ornamenti ove mancano le investiture.

309. Avanzo della Meta Sudante dimostrato nella stessa fig. II alle lett. A e B. Questa Meta era simile a quelle de Circhi, e fu fabbricata da Tito, o da Domi­ziano per ornamento dell’ aja, e delle fabbriche Flaviane, e per uso dell’ Anfiteatro. Gli anni scorsi nello scavare intorno a questo avanzo fu scoperto il canale dell’ acqua che imboccava nel gran tubo della stessa Meta.

310. Anfiteatro Flavio detto il Colosseo, dimostrato nella Tavola XXXVII di questo Tomo alle figure I, e II. Esso fu incominciato da F. Vespasiano, e terminato da’ suoi figli Tito e Domiziano. Fabbrica la più magni­fica delle antiche che sia rimasa ne’ tempi nostri.

311. In questo luogo s’immerge la Marrana, o sia Acqua Crabra, la quale, come narra Frontino, fu ripro­vata dai Romani, e conceduta ai possessori dell’Agro Tusculano. Ma avendone i moderni possessori del mede­simo territorio per utile de’ loro predj protratto 1’ anda­mento verso Roma, ella si vede inoggi condotta dentro la Città, impura, e non servibile ad altro che ad innaf­fiar gli orti ; dopodiché ella si scarica nel Tevere me­diante rimbocco fattone da’ Sommi Pontefici nella Cloaca riferita al num. 172.

312. Avanzi sull’ Aventino della Casa de’ Santi Aquila e Priscilla, i quali ricettarono S. Pietro allorch’ ei venne in Roma a predicare il Vangelo. Su questi avanzi è fon­data la Chiesa di S. Prisca.

313. Avanzo di Case plebee nella già detta Vigna Ca­valletti. Egli è antichissimo, ed il più intatto fra gli avanzi di tali case, e perciò rimarcabile per avere una idea delle antiche abitazioni della plebe.

314. Avanzi degli anditi del Cortile della Casa di Faberio Scriba, di opera reticolata ed incerta. Questi ri­mangono nella già detta vigna incontro S. Prisca.

315. Avanzi di muri, che appartenevano al Portico lastricato di selci, che T. Livio nel 5 della 5 Deca dice, che fuori della Porta Trigemina si protraeva sull’ Aven­tino,