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2 ANTICHITÀ

Ella è corrispondente alla Porta Lavernalis del più antico recinto, e fa rifabbricata da Belisario con marmi tolti da altri edifizi sullo stesso piano di quella d’Aureliano già rovinata. La sua soglia è a livello del piano moderno, e in conseguenza palmi 30 più alta del piano antico della vicina piramide.

5 e 6. Mura all’uso moderno rifabbricate sulla rovina delle antiche da’ Sommi Pontefici.

7. Porta chiusa appartenente all’avanzo di un antico edifizio, sotterrato in parte sotto il piano delle mura d’Aureliano. Le cornici di tevolozza gentilmente intagliate le fanno credere fabbrica de’ tempi buoni.

8. Porta chiusa, la di cui soglia è più alta della susseguente. Questa è opera de’ tempi bassi.

9. Porta di S. Sebastiano, corrispondente alla Capena del più antico recinto. Ella fu piantata da Aureliano, e rifabbricata poscia da Belisario sulla via Appia. Le bozze che si veggono ne’ marmi de’ fianchi del basamento delle di lei torri, servirono per avvolgervi le funi affine d’innalzarli sulla fabbrica. Le mura d’Aureliano fino a questa porta furono maltrattate e ristorate in diversi tempi, e spezialmente da Belisario.

10. Porta Latina, corrispondente alla Ferentina del più antico recinto. Questa è di una struttura molto povera, e affatto differente dalle altre. Apparisce nel cuneo di mezzo del di lei arco il , che la fa credere rifatta ne’ tempi de’ Cristiani.

11. Porta chiusa, sotto la quale passa l’Acqua, anticamente chiamata Crabra, e in oggi, Marana. Questa porta fu ristorata insieme colle mura l’anno 1157, come si ricava dalla seguente iscrizione:

12. Barbacane fabbricato a corso di pezzi di tufo, forse tolti dal vicino condotto delle Acque Claudia e Anione Nuovo, mentre vi si scuoprono i canali riempiuti di quel lastrico che usavasi affinchè l’acqua non penetrasse le commessure del Condotto, come si dimostra nella Tav. IX di questo Tomo, fig. I.

13. Porta Asinaria, in oggi chiusa, e così denominata dall’antica via Asinaria. Ella corrisponde alla porla Celimontana, e a’ tempi d’Onorio entrò per essa in Roma con tradimento Alarico, il quale le diede il primo sacco. Gli stipiti ed ogni altro marmo che l’adornavano furono quindi levati nel pontificato di Gregorio XIII per rivestirne la nuova, chiamata di S. Giovanni. La predetta certamente doveva essere una delle più magnifiche per le due gran torri che le stanno ai lati. Al didentro della medesima si veggono parecchie finestre di maniera barbara, le quali possono attribuirsi a Totila, che l’avesse risarcita colle mura contigue.

14. Porta di S. Giovanni nuovamente fatta dal mentovato sommo pontefice. Vi si vede una porzione di muro antico reticolato.

15. Residuo dell’Anfiteatro Castrense, fabbricato di tevolozza, e che da Aureliano col turarne gli archi fu congiunto colle mura urbane, come si dimostra nella detta Tav. IX, alla fig. II. Per gli scavi in esso fatti si è ritrovata la di lui platea piantata sul terren vergine, e sotto di essa si son rinvenute delle grolle ripiene di ossa di grossi animali, i quali servivano per gli spettacoli. Le mura che quindi seguono mostrano ne’ loro rifacimenti di aver sofferte le ingiurie de’ Barbari.

16. Avanzi delle fabbriche dell’antico Sessorio, i quali attraversano le mura.

17. Barbacane composto di tufi dell’antico aquedotto riferito al num. 12, parimente per le ragioni ivi addotte.

18. Porta in oggi chiusa, corrispondente colla Esquilina del recinto interiore. Entravano per essa le antiche vie Prenestina e Labicana. Ella tuttochè sia dieci palmi sotto l’odierno piano è nondimeno venti palmi più alta del piano del vicino condotto dell’Acqua Claudia. Apparisce sopra di essa la seguente inscrizione:

S. P. Q. R.
̅I̅M̅PP̅̅T̅ . C̅A̅ES̅ ̅. DD̅ ̅. NN̅ ̅. INVICTISSIMIS . PRIN
CIPIBVS . ARCADIO . ET. HONORIO. VICTORIBVS
AC TRIVMPHATORIBVS . SEMPER . AVGG
OB . INSTAVRATOS . VRBI . AETERNAE . MVROS
PORTAS . AC . TVRRES . EGESTIS . IMMENSIS
RVDERIBVS . EX . SVGGESTIONE . V. C. ET IN
LVSTRIS . MILITIS . ET . MAGISTRI . VTRIVSQ
MILITIAE . FL. STILICONIS . AD . PERPETVITATEM
NOMINIS . EORVM . SIMVLACRA . CONSTITVIT
CVRANTE . FL. MACROBIO . LONGINIANO . V̅. C̅.
PRAEF. VRBIS . D. N. M. Q. EORVM


Da questa iscrizione si arguisce che la detta porta sia una di quelle d’Aureliano, per il riflesso, che scudo stata ristorata sotto l’imperio d’Arcadio ed Onorio, non poteva essere stata fabbricata che dal medesimo Aureliano, mentre sappiamo dagli antichi scrittori, che fra ’l di lui imperio, e de’ riferiti due compagni le mura e le porte furono semplicemente risarcite da Costantino, come quelle che non aveano peranco patite le ingiurie de’ Barbari, le quali incominciarono soltanto dopo la morte d’Arcadio per la fellonia del medesimo Stilicone, sotto la cui cura erano stati già fatti i ristori riferiti nella iscrizione suddetta. Pertanto il veder questa porla elevata, come abbiam detto, venti palmi dal piano del vicino condotto delle Acque i Claudia e Anione Nuovo, non debbe punto ripugnare a credere ch’ella sia d’Aureliano; ma si deve inoltre riflettere in primo luogo, che un tal piano si ritrovava a’ di lui tempi già cresciuto in parte per le rovine degli edilizi cagionate da’ frequenti incendj, come fra gli altri scrittori narra Sesto Frontino, il quale scrisse ne’ tempi di Nerva e di Trajano, dicendo in proposito delle acque condottate in Roma; quaedam erigi in eminentiora non possunt; nam et colles si sint, propter frequentiam incendiorum excreverunt rudere. In secondo luogo, che parte dello stesso piano debb’essere stato uguagliato dalla parte interna delle mura del medesimo Aureliano colle rovine degli edifizi che ingombravano il luogo, e le vicinanze delle stesse mura, affine di dare a queste una specie di terrapieno. In terzo luogo, che le riempiture del piano fuori delle mura furono dipoi sgombrate dai predetti Arcadio ed Onorio, come notano le parole: egestis immensis ruderibus, le quali non furono rimosse da Aureliano per l’angustia del tempo, come diremo più sotto. E sarà anco meno ripugnante il vedere, che la semplice e povera struttura di questa porta non corrisponda alla magnificenza de’ tempi d’Aureliano, se si considera il breve spazio di sette anni in cui egli resse l’imperio, occupato sempre in difficilissime guerre; comeppure la grande opera di questo suo vastissimo recinto, munito in gran parte di torri, la quale fu meditata da’ suoi antecessori, ma da lui solamente intrapresa e ridotta a fine; e che la di lui principal cura fosse di terminarla colla maggior sollecitudine, ergendo le porte ne’ luoghi opportuni, e forse co’ marmi medesimi di quelle del recinto anteriore, senza badare alla magnificenza che l’agio ed il lusso gli avrebbono potuto somministrare.

19. Porta Maggiore, la quale debb’essere stata fabbricata ed aperta dopo essere rimasa impraticabile l’antecedente porta chiusa. E ciò per i riflessi che sopra alla chiusa, e non sopra a questa, si legge la surriferita iscrizione di Arcadio ed Onorio; molto più poi che la presente è situata da dieci palmi incirca in piano più alto dell’altra; cosicchè sopravanza in trenta palmi il piano del vicino condotto antico delle Acque Claudia e Anione Nuovo, il quale s’interna colle mura, come si dimostra nella Tav. X di questo Tomo, alla fig II, appartenente alla porta di S. Lorenzo.

20. Uno degli avanzi del condotto delle Acque Marcia, Tepula, e Giulia, il quale interseca le mura urbane. Questo andava ad unirsi al restante presso la porla di S. Lorenzo. Su quest’angolo delle mura e incontro alle medesime sono stati da me osservati due avanzi correspettivi de’ CCXXI, passi di sostruzione che Sesto Giulio Frontino riferisce nel suo Commentario avere avuto il condotto dell’Anione Vecchio, come si legge sotto il § 7 della spiegazione della Tavola topografica degli Aquedotti in ordine la XXXVIII di questo Tomo. Per tali io li credo, sì perchè vi si vede il vacuo che dovea servir di speco o sia canale dell’acqua: sì perchè sendo venticinque palmi più alti del piano antico del terreno, non si può supporre che appartenessero a qualche cloaca: sì perchè non potevano appartenere alle altre acque che passavano in queste vicinanze, e delle quali, rispetto alle condottate per archi, si vede tuttavia l’antico andamento, e rispetto alle sotterranee, che sarebbono l’Appia e ’l ramo dell’Augusta, non si legge presso il riferito scrittore, nè presso altri, ch’elle avessero veruna sostruzione: sì anche perchè quindi dovea passare l’Anione Vecchio per andar lungo la Speranza Vecchia, come scrive il medesimo autore. Questi avanzi si dimostrano nella detta Tavola X alla fig. I.

21. Porta chiusa.

22. Altra porta parimente chiusa, la di cui maniera ci fa conoscere, ch’ella sia stata fatta posteriormente alla costruzione delle mura.

23. Porta di S. Lorenzo dirimpetto alla porta Inter-