Pagina:Le aquile della steppa.djvu/86

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80 Capitolo nono.

La giovine si trova già seduta nel mezzo della tenda, colle sue più belle vesti, circondata dalle sue amiche e dai suoi parenti.

La prima risposta è un rifiuto netto, ma il fidanzato, spalleggiato dagli amici entra a forza e ripete la domanda. Seguono discussioni animate, poi da una parte e dall’altra vengono alle mani; talvolta scorre perfino del sangue, però il fidanzato finisce sempre per vincere ed a portarsi via la fidanzata, malgrado la resistenza che essa finge di opporre.

I suoi amici la gettano su un tappeto, che quattro robusti garzoni sorreggono e fuggono, protetti dai cavalieri, i quali hanno non poco da fare a difendersi dai colpi di pietra e dai pugni di terra, che scagliano dietro a loro le amiche ed i parenti della sposa.

E tutto non finisce sempre lì pel povero innamorato, perchè presso alcune tribù, dopo pochi giorni di luna di miele, la sposa deve fingere una nuova fuga, rifugiandosi presso i suoi parenti più prossimi, dove si ferma talvolta perfino un anno, mentre il marito prende parte ad arrischiate scorrerie, per poter accumulare tanto da riscattare la moglie, quando non rimane fra i morti sul campo di battaglia.

La bella Talmà, che, come abbiamo detto, cavalcava superbamente, faceva galoppare la sua bianca cavalla, allontanandosi nella steppa e aizzandola colla voce e colla frusta dal manico cortissimo.

Rideva forte e di quando in quando si volgeva a guardare l’immensa turba dei cavalieri che galoppava sfrenatamente sulle sue tracce, urlando e sparando, preceduta da Hossein, dal beg e da Abei.

La giovine aveva già percorsi tre o quattro chilometri, avanzandosi sempre nella pianura, quando la sua cavalla fece uno scarto improvviso, poi stramazzò pesantemente fra le erbe, sbalzandola di sella.

Talmà mandò un grido, poi rimase distesa, mezza svenuta.

Quasi nel medesimo istante dieci o dodici uomini, guidati da Hadgi, il luogotenente del mestvires, sorsero fra le erbe altissime, gettandosi su di lei.

— I cavalli! — gridò il luogotenente, afferrando la fanciulla. — Presto!... —

I banditi mandarono alcuni fischi stridenti e dodici cavalli, di forme vigorose, sorsero come per incanto fra le erbe, dove fino allora erano rimasti coricati e nascosti.