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114 il croquet

è costei?” e si rivolse al Fante di Cuori, il quale rispose con un risolino e una riverenza.

“Imbecille!” disse la Regina, e impaziente, scosse il capo; indi rivolgendosi ad Alice, continuò a dire, “Come ti chiami fanciulla?”

“Maestà, mi chiamo Alice,” rispose la fanciulla con molta garbatezza, ma soggiunse a sè stessa, “Non è che un mazzo di carte soltanto. Non c’è da aver paura di costoro!”

“E chi sono cotestoro?” domandò la Regina, indicando i tre giardinieri che baciavano la polvere intorno al rosajo; perchè, capite, siccome giacevano sulle lor faccie, e il disegno del loro di dietro rassomigliava a quello del resto del mazzo, non sapea discernere se fossero giardinieri, o soldati, o cortigiani, o tre de’ suoi proprii figli.

“Come volete ch’io lo sappia,” rispose Alice, che si meravigliava del suo proprio coraggio. “Ciò non mi spetta.”

La Regina diventò di fiamma per la rabbia, dopo d’averla fissata ferocemente come una