Pagina:Le biblioteche popolari in Italia dall'anno 1861 al 1869.djvu/133

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Dietro incarico ricevuto dalla Giunta, il cav. Ricotti fa una relazione verbale intorno alla Biblioteca del Comizio ed ai libri che rimangono disponibili. Con parole d’encomio e di gratitudine ricorda il mirabile operato dell’egregio cav. Valli in ordine alle Biblioteche Principe Oddone, le quali resero per tutta Italia celebrato il nome del Comizio vogherese. «Se non che considerate le nuove condizioni in cui trovasi il nostro Comizio, considerato l’indirizzo di tutti gli altri comizi tracciato in una recente legge, e considerate le difficoltà grandissime e forse insormontabili che si presenterebbero alla continuazione di doni sufficienti allo scopo — Propone che il Comizio di Voghera cessi per ora dall’impegno assuntosi delle Biblioteche da iniziare in tutti i comuni italiani, limitandosi alla diffusione di qualche buon libro di lettura popolare a quei comuni del circondario che determinati ad iniziare una Biblioteca ne facciano richiesta.» Tale proposta, dice il relatore, aveva rapporto ad altre che intende fare a tempo opportuno, essendo egli d’avviso che in avvenire, il nostro Comizio abbia a mettersi sopra una via d’azione più semplice e più modesta, ma forse di maggior pratica utilità.

Riguardo ai libri che tuttora rimangono al Comizio, dice d’aver preso sufficiente cognizione del loro numero e valore scientifico: i volumi restanti toccare la somma di 4 mila formata da 1751 opere.

La metà di queste opere, e specialmente di quelle che sono allogate negli scaffali, fornita abbastanza com’è di buoni libri, che trattano di letteratura, scienze, arti, propone vada a formare la Biblioteca del Comizio vogherese, non gli parendo conveniente che ne abbia ad andar privo esso per cui furono istituite molte Biblioteche popolari in vari centri della Penisola.

I rimanenti volumi propone s’abbiano a tenere in pronto sulle richieste dei comuni del circondario, riserbando ad essi le opere più elementari e di più diretta istruzione agricola popolare, il cui numero, a dir vero, non ravvisò nell’insieme dei libri tutti rimasti nè sufficiente, nè consentaneo all’indole e ai bisogni delle Biblioteche che si volevano istituire.

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