Pagina:Le cento novelle antiche.djvu/99

Da Wikisource.
80


pregandolo per amore che accattasse la parola dal re, che solo un torneamento facesse con sua licenzia. Quelli domandò cagione. Il conte d’Angiò l’insegnò in questa guisa. Il re si è quasi beghino, e per la grande bontade di vostra persona elli spera di fare prendere a voi drappi di religione per aver la vostra compagnia. Onde in questa domanda sia per voi chesto in grazia, che uno solo torneamento lasci a voi fedire1. E voi farete quanto che a lui piacerà. E messere Alardo rispose: or mi di’, conte, perderò io la compagnia de’ cavalieri per uno torneamento? E ’l conte rispose: io vi prometto lealmente ch’io ve ne diliberrò. E si fece elli in tale maniera come io vi conterò. Messer Alardo se n’andò al re di Francia, e disse: messere, quando io presi armi il giorno di vostro coronamento, allora portaro arme tutti li migliori cavalieri del mondo; onde io per amar di voi, volendo in tutto lasciare il mondo, e vestirmi di drappi di religione, piaccia a voi di donarmi una nobile grazia, cioè che un torneamento feggia2, là dove s’armi la nobiltà de’ cavalieri, si che le mie arme si lascino in grande festa come si presero. Allora lo re l’otriò3. Ordinossi un torneamento. Dall’una parte fu il conte d’Universa.

  1. lasci a voi fedire. Fedire torneamento, lo stesso che giostrare. Che lasci a voi fare una sola giostra.
  2. un torneamento feggia. “Feggia, terminazione antica dal verbo fedire, che si dicea, come or da vedo, veggio.„ Borghini. Usò questa voce anche Dante.
  3. l’otriò. L’edizione di Bologna ha per errore di stampa ottiò. Otriare, voce antica, corrisponde al francese octroier,