Vai al contenuto

Pagina:Le confessioni di Lev Tolstoj.djvu/33

Da Wikisource.

le confessioni 31

non v’ha nè complicazione nè semplicità, nè prima nè poi, nè peggio nè meglio.

Ma il più grave era questo: la mia questione personale: «Che sono io, con tutti i miei desideri?» restava così senza risposta alcuna. Ed io compresi che quelle scienze sono interessantissime, seducentissime, ma non sono esatte e chiare che in ragione inversa della loro applicabilità alle questioni della vita; meno sono applicabili alle questioni della vita, più sono esatte e chiare; più tentanto di sciogliere i problemi della vita e più diventano vaghe e poco attraenti. Se si ricorre al ramo delle scienze che vogliono rispondere alle questioni della vita ― alla fisiologia, alla psicologia, alla biologia, alla sociologia ― si trova in esse una povertà di pensiero stupefacente, l’incertezza più completa, la pretesa, che nulla giustifica, di risolvere questioni sulle quali non sono competenti, e le contraddizioni incessanti di un pensatore con gli altri, quando non sia con se stesso.

Se ci si rivolge ad uno dei rami delle scienze che non si preoccupano della soluzione dei problemi della vita, ma che rispondono a questioni scientifiche, si ammira la forza dello spirito umano, ma si sa fin da principio che non si avranno risposte alle questioni della vita. Queste scienze trascurano semplicemente tali questioni. Esse dicono: «Noi non diamo risposta, non ci preoccupiamo di chi tu sia nè del perchè tu viva; ma se vuoi conoscere le leggi della luce, delle combinazioni chimiche, dello sviluppo degli organismi; se hai bisongo di conoscere le leggi dei corpi, la loro forma e le relazioni tra il numero e la quantità; se ti occorre conoscere le leggi del tuo spirito, a tutto