Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
50 | leone tolstoi |
Il mio sapere, confermato dalla sapienza dei saggi, m’ha rivelato che tutto al mondo, l’organico come l’inorganico, è combinato con un’intelligenza meravigliosa, e che la mia situazione sola è stupida. E questi imbecilli — la moltitudine degli uomini — non sanno nulla del mondo organico e inorganico, eppure vivono, e la vita par loro assai ragionevole.
Mi veniva in mente: v’è forse qualche altra cosa ch’io ignoro? L’ignoranza agisce sempre in questo modo; essa dice sempre che è stupido ciò che non conosce. V’ha evidentemente un’intera umanità che ha vissuto e che vive, pur avendo l’aria d’aver compreso il senso della sua vita, senza di che non avrebbe potuto vivere, ed io dico che tutta questa vita è un controsenso, che non posso vivere.
Nessuno c’impedisce di negar la vita mediante il suicidio. Ebbene, allora ucciditi e non ragionerai più. La vita non ti piace, ucciditi! Se vivi senza poter comprendere il senso della vita, finisciti, ma non tormentarti in questa vita ripetendo che non la comprendi. Sei venuto in mezzo ad una compagnia assai allegra; tutti stanno benissimo, tutti fanno ciò che fanno e tu t’annoi, trovi tutto ciò miserabile; allora vattene!
Infatti che cosa siamo se, persuasi della necessità del suicidio, non abbiamo il coraggio di ucciderci? Che cosa siamo se non le persone più deboli, più inconseguenti o semplicemente le più stupide, che fan pompa della loro stupidità come un pagliaccio del suo toppè.
La nostra saggezza, per quanto innegabile, non ci ha dato la conoscenza del senso della nostra vita, mentre tutta l’umanità che compone