Vai al contenuto

Pagina:Le confessioni di Lev Tolstoj.djvu/69

Da Wikisource.

le confessioni 67

lusso era stolta e cattiva. Ecco perchè la risposta: «La vita è un male e una stoltezza», si rivolgeva alla mia vita soltanto e non alla vita umana in generale. Compresi questa verità, che trovai poi nel Vangelo: gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perchè i loro atti erano cattivi. Colui che commette delle cattive azioni fugge la luce e non cammina verso la luce, affinchè i suoi atti non siano denunziati. Compresi che, per cogliere il senso della vita, prima di tutto che la vita non sia insensata e cattiva; allora la ragione potrà scoprirlo. Compresi perchè avessi per tanto tempo girato intorno ad una verità così evidente e che, se si vuol pensare alla vita dell’umanità, parlarne, bisogna pensare e parlare della vita dell’umanità e non della vita di qualche parassita umano. Questa verità è stata sempre incontestabile come come 2 e 2 fanno 4, ma io non la riconoscevo poichè, se avessi ammesso che 2 e 2 fanno 4, avrei anche dovuto ammettere la mia cattiveria. Ora il sentirmi buono era più necessario e più importante per me che il riconoscere che 2 e 2 fanno 4. Amai gli uomini buoni, mi detestai; riconobbi la verità. Da allora tutto divenne chiaro per me.

Che succederebbe se un carnefice che passa la vita a martirizzare, a tagliar le teste, se un ubbriacone inveterato o un pazzo rinchiuso per tutta la sua vita in una cella oscura ch’egli ha insudiciata con le sue sconcezze e da dove pensa d’uscire, si domandassero che cos’è la vita?

Evidentemente non potrebbero farsi altra domanda che questa: «La vita è un grandissimo male.» E questa risposta del pazzo sarebbe perfettamente giusta, ma per lui solo. Io sono un simile pazzo? Tutti noi, uomini ricchi e