Pagina:Le confessioni di Lev Tolstoj.djvu/71

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le confessioni 69

che si esige da noi tutti e dall’universo. Si prende ad un crocicchio qualunque un mendicante nudo, affamato; lo si conduce in un luogo ove sorge uno splendido edifizio. Dopo averlo nutrito e vestito, gli si fa muovere dall’alto al basso un pezzo di legno qualunque.

È evidente che prima di cercare perchè sia stato condotto là, perchè debba manovrare quel pezzo di legno, se l’organizzazione di tutto quell’edifizio sia ragionevole, il mendicante deve far muovere quel pezzo di legno. S’egli eseguisce quel movimento, comprenderà che il pezzo di legno attiva una pompa, che la pompa fa salir l’acqua, che l’acqua si versa nel giardino. In seguito lo si allontanerà dal pozzo coperto, lo si condurrà in altro luogo per altro compito, coglierà dei frutti, comprenderà la gioia del suo padrone. Passando da un impiego inferiore ad un impiego superiore, comprendendo sempre meglio l’organizzazione di tutto lo stabilimento, partecipandovi, non domanderà più perchè sia lì e non farà rimproveri al suo padrone

Così gli uomini semplici, gli operai, gl’ignoranti, quelli che noi trattiamo come animali, non rimproverano nulla ai loro padroni, dei quali eseguiscono la volontà. Noialtri, i saggi, al contrario, mangiamo tutto ciò che appartiene al padrone e non facciamo ciò ch’egli ci chiede. Invece di far questo, ci sediamo in circolo e cominciamo ad argomentare: «Perchè bisogna manovrare il pezzo di legno? È assurdo!» Ed arriviamo alla conclusione che il padrone è stupido o che non esiste, e che noi soli siamo intelligenti. Ma, nello stesso tempo, sentiamo che si vale nulla e che bisogna, in un modo o nell’altro, sbarazzarci di noi stessi.