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Pagina:Le confessioni di Lev Tolstoj.djvu/76

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lui senza del quale non si può vivere. Conoscere Dio e vivere è la stessa cosa. Dio è vita.

Vivi cercando Dio, e allora non vi sarà vita senza Dio. E più che mai tutto s’illuminava in me e intorno a me. Da allora questa luce non mi lasciò più.

Ero salvato dal suicidio.

Quando e in che modo questa trasformazione si facesse in me, non saprei dirlo. Come la vita si spegneva in me, gradualmente, impercettibilmente, ed arrivavo alla conclusione dell’impossibilità di vivere, all’arresto della vita, al bisogno del suicidio, così gradualmente, impercettibilmente, riapparve in me questa forza della vita. E, cosa strana, questa forza della vita che riappariva in me, non era una forza nuova, ma l’antica, quella che mi trascinava nei primi tempi della mia vita.

Ritornavo in tutto all’età infantile e giovanile, ritornavo alla fede, a questa volontà che m’aveva prodotto e che esigeva qualcosa da me. Ritornavo a credere che lo scopo principale ed unico della mia vita fosse quello di migliorarmi per essere più in accordo con questa volontà. Ritornavo all’idea di poter trovare l’espressione di questa volontà in ciò che tutta l’umanità, dai tempi più remoti, s’era data per guida, cioè ritornavo alla fede in Dio, al perfezionamento morale, alla tradizione che trasmette il senso della vita. La differenza stava in ciò: che mentre allora tutto questo era stato accettato inconsciamente, ora sapevo che non potrei viverne senza.

Mi pareva che mi fosse accaduto una cosa strana: un giorno, non ricordavo quando, mi avevan messo in una barca, m’avevan respinto da una riva a me sconosciuta, indicandomi la