Pagina:Le dicerie sacre.djvu/367

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noi torno alla gola il giogo della vbbidienza a’fu* periori. Gli fchioieri ne gli ftinchi,|>li habiti buoni nell’intelletto, e nella volontà . Lefo- lerette fotto le piante la velocità , e la grauità ne gli affari. 1 bracciai la conretRpIariua, e l’at- tiua . Le manopole il rigore,e la benignità. La foprauclta vermiglia finalmente il feruore della Carità , laquale in guifa appunto di redimento ricuopre la moltitudine delle peccata . EteHendo la fudetra tonica intinta non nella porpora di Lidia , non nel cocco di Tiro, non nelle Murici d’Arabia, ma nel viuo fangue di Chrifto, e de’Martiri fuoi , dee confortarci à fouuenire con pari amore, e pietà alla neceflìtà 'delle vedoue , degli orfani, de’pupilli, e del l'altre perfonc bifognofe, e fconfolate. QikOc quelle fon l’armi, con le quali il Caualier Cattoli- COjC Qhnftianocombactendo, rcfiltc a gl’interni, Se 3 gli edemi auuerfari ; Et in qnefto modo Tiene sttimameate à chuderfi la mara- uigliofj figura del noftro celefte cerchio . Hora per fod:sfare all'altra particella del mio primo proponimento , è da vedere come ben’a- dorno (la il noftro Cielo. E di veto bcll.lTìmo è il Cielo(g!i occhi non mi lifciano mentire , e fopra rgni teforo pretiofe fono le ricchezze de' fregi fuoi. Chi non vede ( fe non c ciecojqtian- to magnificamente incortinato fu quefto gran padiglione azurro, che ci fi fpiega di fopra ? come di mirabili riccami compallata fia quefta douitiofa tapezzaria , chefifpanda d’intorno ! di che nobili lauori dipinto fia quello vaghiamo tetto , che fi fouerchio , e cupola al palagio del noftro Mondo ? O cht_» l’ombra diftenda il fuo fofeo velo fopra la ter-