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la mostra dei detti oggetti non fosse interrotta. Dice il detto scrittore che il valore dei broccati esposti in quell'epoca fu giudicato ascendesse ad un milione d’oro; stante lo straordinario concorso di popolo e di forestieri questa mostra si protrasse anche di qualche giorno.

Si è accennato alla Corsa dei barberi sotto la repubblica, or non sarà fuor di luogo dir qualcosa di questi palii sotto il Principato de’ Medici.

Due ore circa prima della corsa solevano i Glranduchi partirsi dal Palazzo, e mentre uscivano sulla piazza veniva tatto un concerto dai trombettieri della città, quindi andavano in carrozza per il corso, entrando dalla piazza di San Piero, poiché fermavansi prima alla casa dei Medici presso detta chiesa ove smontavano le Principesse. Quindi proseguivano per il corso dei barberi fino al terrazzino sul Prato contiguo alle case appartenenti alle commende della Religione di San Stefano. Seguivano la carrozza le Guardie alemanne a piedi, e una scorta di soldati della Gruardia a cavallo. Arrivati al terrazzino venivano presentati sotto il medesimo i cavalli che dovevano correre, quali erano artificialmente pallati di bianco o di rosso, o dipinti a strisce mezze lune onde potessero essere facilmente riconosciuti dai Griudici. Solevano anticamente correre i cavalli con l’uomo sopra, ma quest’uso fu smesso circa il 1700, poiché era troppo il pericolo e spesso accadevano delle disgrazie. Presso la famiglia Pitti si possedeva nel 1766, un antico cassone nel quale era dipinta la corsa dei cavalli in Borgo degli Albizzi ed era osservabile che ciascun fantino aveva una giubbetta e nelle spalle l’arme dei respettivi padroni dei barberi. Presso la famiglia pure dei marchesi Eidolfì in via Maggio esiste un quadro di pregevole pennello che dà un’idea della corsa dei barberi non che della