Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/121

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Bagdad, sua residenza, un facchino il quale, malgrado la sua umile e faticosa professione, era uomo di spirito e faceto. Una mattina che costui stava, secondo il solito, con un gran paniere di vinchi accanto, in una piazza ad aspettare che qualcuno avesse bisogno dell’opra sua, gli si accostò una giovane dama di bella statura, coperta d’un lungo velo di mussolina, la quale gli disse in aria cortese: — Ascolta, facchino; prendi il paniere e seguimi.» Sorpreso il facchino da quelle poche parole sì leggiadramente pronunciate, prese tosto il cesto, se lo pose in capo, e seguì la dama, sclamando: — Oh giorno avventurato! oh giorno di buon incontro!

«La dama in prima si fermò davanti ad una porta chiusa e bussò. Un cristiano, venerabile per lunga barba bianca, venne ad aprire, ed essa gli posò in mano del denaro senza schiuder labbro; il cristiano, il quale sapeva già che cosa domandasse, rientrò, e poco dopo recò una gran brocca di vino eccellente. — Prendi questa brocca,» disse la dama al facchino, «e mettila nel cesto.» Ciò fatto, gli comandò di seguirla, e mentr’essa continuava a camminare, il facchino proseguì a dire: — O giorno di felicita! o giorno di grata sorpresa e di gioia!

«La dama si fermò poscia alla bottega d’un venditore di frutta e di fiori, ove scelse varie sorta di

    a’ suoi ingiusti sospetti ed alla bizzarria de’ propri gusti. Gran parte dell’Asia, dell’Affrica e dell’Europa, dalla Spagna alle Indie, piegò sotto le vittoriose sue armi. Otto battaglie vinte in persona, le arti e le scienze tornate in fiore, ne resero illustre il nome. Sotto di lui, gli Arabi, che già adottavano le cifre indiane, le recarono in Europa, e non si conobbe in Alemagna ed in Francia il corso degli astri se non per opera degli Arabi medesimi: la sola parola almanacco ne è tuttora un documento. Morì l’anno 800 di G. C., e il 23 del suo regno. Troveremo spesse volte il nome di codesto califfo nel seguito di queste novelle.